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Candelora, Acqua Lustrale e Acqua benedetta

2ª parte

 

Nella prima immagine la cerimonia dell’ “Ancilia” (purificazione degli scudi); nella seconda la “Purificatio” (l’aspersione con l’acqua lustrale); nella terza immagine l’ “Armilustrum, (Purificazione delle armi), il “Tubilustrum (Purificazione delle tube militari) e l’ “Equirria” (Purificazione dei cavalli). Cerimonie che aprivano al nuovo ciclo dell’anno e le campagne militari che iniziavano con marzo, il mese del dio Marte. Nella quinta immagine la Candela simboleggia la Luce Mariana che ricorda la purificazione di Maria Vergine, quaranta giorni dopo la nascita di Gesù e viene ricordata il 2 febbraio. Inoltre qui la Candela sta a significare la Luce rinnovata dalla Croce che illumina il nuovo ciclo appena consacrato. Nei due casi: (paganesimo e cristianesimo), il sacro che interviene nel profano.

Ho già accennato al mese di gennaio (januaris, januria: porta), dal Dio Giano (Janus bifrons), detentore delle due chiavi e guardiano delle due Porte solstiziali (24jugno e 24dicembre): colui che “chiude e apre il tempo” (passato e futuro). Nell’antichità, il tempo era concepito e vissuto in dimensione sacrale e in periodi fasti e nefasti. Gennaio era l’ “Asse del Tempo”, il punto ideale e spirituale tra passato e futuro; era la “Porta” che chiudeva, apriva e creava il Tempo in cui si manifestava la vita. Qui di seguito, succintamente, continuo la riflessione sul profondo significato del periodo successivo, febbraio, in latino februaris, mese preparatorio ad un nuovo ciclo. Se gennaio introduceva, febbraio purificava e propiziava. Come già visto, februaris, deriva da februus, cioè “purificante’’, che purifica. Anche la parola italiana “febbre” deriva dalla dea romana febris, anticamente celebrata a febbraio. Era una nume protettrice della febbre purificatrice, a sua volta dall’etrusco februs. Questa connotazione del concetto “febbre-purificazione-febbraio” lo si ritova nella Roma antica, quando dai sintomi della febbre si desumeva un processo purificatore del corpo. Ineluttabilmente, tutto è stato interpretato e “adattato” ai tempi. Però, il principio di fondo, di purificazione e fertilità, delle cerimonie pagane celebrate a febbraio, ancora permane. Questo risale ai rituali delle Lupercalie e delle Palilia dell’antica Roma. Tra l’altro, questi rituali consistevano in corse sfrenate di giovani nudi per le vie della Roma Quadrata, vestiti solo di pelle di capra appena sacrificata. Con torce in una mano e fruste composte da strisce di pelle dell’animale nell’altra, i luperci perquotevano le donne feconde, purificandole e propiziandone la fertilità. La chiesa combatté questi residui del dio Pan, promuovendo in chiave cristiana delle fiaccolate purificatrici con candele; ma anche questo era un residuo. Infatti, nello stesso periodo le matrone romane partivano in processione dal tempio di Vesta con fiaccole, a propiziare nuova luce e fertilità. Verso l’ XI secolo, le antiche fiaccolate matronali diventarono “la benedizione delle candele,” quindi della Candelora, ricordandola, guarda caso, come festa della purificazione di Maria, che la chiesa ancora oggi celebra il 2 febbraio. Da allora, in questo giorno la chiesa cristiana benedice le candele. Fino ad alcuni decenni fa, i fedeli devoti conservavano le candele benedette per proteggersi contro calamità e temporali. Stessa metamorfosi è avvenuta per l’ “Acqua lustrale.” Anticamente, sempre a febbraio, attraverso un rituale officiato dai sacerdoti salii, un tizzone ardente proveniente dal fuoco del tempio di Vesta veniva spento nell’acqua, che diventava sacra e purificatrice.  Con questo rituale, ogni cinque anni (ogni lustro) a febbaio, nella Roma antica le acque venivano purificate, ragion per cui furono definite “lustrali”.  In questo mese (e anche a ottobre) con l’Acqua lustrale e il Fuoco di Vesta si purificavano armi, tube, cavalli e scudi (armilustrum, tubilustrium, equirria, ancilia ecc.). È sempre nel mese di febbraio che i cittadini adulti e i giovani romani da “civis” diventavano “miles”, cioè da civili diventavano combattenti, che poi a marzo partivano per le campagne militari. Il cristianesimo, non potendo estirpare il significato originario di queste ricorrenze cosi profondamente radicate nello spirito, optò per il sincretismo, reinterpretandole e modificandole secondo i suoi criteri dottrinali. Infatti, nel rituale cristiano di purificazione dell’Acqua, pur ripetendo un gesto antico precristiano, il tizzone purificatore immerso nell’Acqua non è un residuo del Fuoco di Vesta, ma un tizzone delle palme bruciate l’anno precedente. Ma vi è di più,  perché anche nel cristianesimo  l’Acqua Benedetta conserva la stessa virtù: dopo l’atto espiatorio della Quaresima, l’Aqua benedetta “lava” e purifica l’individuo,  consacrandolo. L’aspersione, e quindi i rituali di purificazione connessi ad un’Acqua benedetta o lustrale, è stato un atto tipico di cerimoniali religiosi sin dalla preistoria. Considerando che anticamente l’anno iniziava il primo marzo, a questo proposito cito un detto ancora comune: “Anno nuovo, vita nuova”. Anche questo è un residuo dell’antichità; esso si riferiva all’inizio della primavera, a marzo, rifacendosi ad un periodo che, purificato dell’impuro, annunciava un nuovo ciclo annuale. L’eco di un periodo di ossevanze spirituali preparatorie purificatrici ci è pervenuto fino a recentemente. Fino a qualche decennio fa, si digiunava “per purificarsi spiritualmente”. Per i cristiani, il digiuno era purificatore, assieme ad altre privazioni e severe osservanze. Alla fine del periodo di penitenza, si accedeva ad un “tempo rinnovato”. Nei villaggi e rioni cittadini, quanti cocci, piatti e pignatte volavano dalle finestre! Alla fine si bruciava la “Quaresima”, sagoma dalle sembianze di una vecchia megera che personificava sacrifici e privazioni, la quale assurgeva a simbolo di capro espiatorio. L’intento ultimo era lo scongiuro bruciare lo sconcio, il negativo, l’impuro; “girare il volto” verso un “tempo nuovo, fertile, propizio e purificato”. I secoli passano, ma l’eco remoto di eventi archetipali, sotto altre forme, ancora vibra nelle coscienze!

(Conclusione)

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