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BUONGIORNO! 😀☕  

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Foto crediti: tuconimieiocchi.com

 

L’occhio vuole sempre la sua parte, anche e soprattutto quando si sceglie cosa mangiare. Ma cosa accade dopo che l’immagine di un cibo è catturata dalle nostre retine? Il cervello come riconosce il cibo? Sono domande su cui è al lavoro un team di ricercatori dell’Università di Sydney, che ha già ottenuto i primi risultati di questa particolare richiesta. Il cervello impiega appena 108 millisecondi per stabilire se un oggetto che stiamo guardano è una possibile fonte di cibo.

 

In passato “la visione era il senso principale utilizzato per raccogliere cibo, considerando che gli altri sensi, come l’olfatto, hanno un raggio limitato per gli esseri umani”, ha dichiarato Tom Carlson, uno dei ricercatori dell’università australiana che hanno realizzato la ricerca. E ancora oggi, il riconoscimento e la scelta del cibo avvengono principalmente attraverso la vista. Tuttavia, la scienza conosce ancora poco dei processi che si svolgono all’interno del cervello umano.

 

Proprio per scoprire qualcosa di nuovo, i ricercatori australiani hanno ideato un esperimento: 20 volontari sono stati chiamati a osservare delle immagini di alimenti – sia naturali che processati – mentre un elettroencefalogramma registrava l’attività del loro cervello. I dati raccolti, consegnati ad un algoritmo di machine learning, hanno portato ad un risultato straordinario. Non solo sono state riscontrate differenze nell’attività elettrica del cervello in presenza di alimenti naturali e processati, ma si è riuscito a capire che il sistema nervoso centrale riconosce un oggetto come alimento in un intervallo di tempo compreso tra 108 e 116 millisecondi. Se si considera che tra i 40 e i 60 millisecondi servono esclusivamente per far arrivare informazioni dalla retina al cervello, il riconoscimento avviene praticamente in maniera istantanea.

 

Queste informazioni, affermano gli autori della ricerca, potranno essere in futuro utilizzate per studiare più a fondo i meccanismi cerebrali su cui si basano le scelte alimentari delle persone, magari per reindirizzarle verso scelte più sane.

 

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