Le parole più incomprensibili degli adolescenti
Se vi sentite persi nei discorsi dei vostri figli, non siete soli. Termini come “Cringe”, con quasi un milione di ricerche, hanno messo in crisi anche le persone più digitali.
Ad esempio, “NPC” (Non-Player Character) indica che siete prevedibili, simili a personaggi di videogiochi che ripetono frasi senza senso.
Un altro termine da tenere a mente è “Glow up”, che indica un miglioramento nell’aspetto o nella fiducia. Insomma, è come quando finalmente decidete di indossare quel vestito che avevate al matrimonio del vostro migliore amico, anche se ormai la pancia si fa sentire e reclama il suo spazio.
“Bae”, abbreviazione di “Before anyone else”, invece, è un modo affettuoso per dire che qualcuno è speciale, ma attenzione, può trasformarsi in “Karen” in pochissimo tempo. Infatti è un modo simpatico per definire una persona – quasi sempre una donna – che si lamenta un po’ troppo per il servizio al ristorante. E “ratio”? È il segno che la vostra opinione ha ricevuto più critiche che approvazioni sui social. Altri termini spesso utilizzati dai più giovani sono: “ghostare” (interrompere i contatti), “L” (perdere) e “shippare” (tifare per una coppia). Insomma, dietro ai post di TikTok, Facebook e Instagram c’è un linguaggio tutto nuovo. La prossima volta che vi sentite confusi, rilassatevi e chiedete ai vostri figli di farvi spiegare i significati nascosti dietro a questo nuovo vocabolario giovanile.
Il BUONGIORNO ve lo augura Prima Goccia al 6190, Jean-Talon Est a Saint-Léonard.
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