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Bpco, nuove linee Gold cambiano la terapia

(Adnkronos) – La doppia broncodilatazione è il nuovo standard per il trattamento della Bpco, la broncopneumopatia cronica ostruttiva. Solo la triplice associazione riduce la mortalità. Consigliate le terapie con un unico inalatore. Sono le principali raccomandazioni del nuovo report Gold (Global initiative on obstructive lung diseases), il documento più importante per la diagnosi, la prevenzione e il trattamento della Bpco, pubblicato in questi giorni e al centro di un incontro con la stampa promosso da Gsk oggi a Verona.  

“Obiettivo del documento – spiega nel suo intervento Claudio Micheletto, direttore Uoc di pneumologia Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona – è migliorare la gestione della Bpco che ha un impatto forte sulla qualità della vita per le riacutizzazioni e ospedalizzazioni. L’insufficienza respiratoria è la seconda causa di ricovero, prima c’è solo al scompenso”. La Bpco, inoltre, è la terza causa di mortalità al mondo. Patologia respiratoria cronica caratterizzata da una persistente limitazione del flusso aereo, si presenta tipicamente in persone di età superiore a 40 anni e prevalentemente nei fumatori o negli ex fumatori. Interessa 380 milioni di persone nel mondo, l’11,7% della popolazione. Secondo i dati Istat, in Italia la patologia colpisce il 5,6% degli adulti (circa 3,5 milioni di persone) ed è responsabile del 55% dei decessi per malattie respiratorie. 

In primo luogo, le Gold – è stato ricordato nel corso dell’evento – facendo riferimento ai risultati dello studio Emax (Early MAXimisation of brochodilatation for improving Copd stability) – per controllare la patologia occorre iniziare con la doppia broncodilatazione (l’associazione tra Lama e Laba), combinazione che diventa terapia di mantenimento. Il quadro va modificato in caso di presenza di un numero superiore a 300 di globuli bianchi eosinofili nel sangue, che suggerisce di passare alla triplice terapia, aggiungendo cioè ai Laba-Lama anche l’Ics, ossia il corticosteroide. Rispetto al passato non viene più considerato, o per meglio dire raccomandato, l’approccio con il solo Ics-Laba. 

Nel nuovo report Gold, “data l’importanza, è stata data priorità alle riacutizzazioni rispetto alla sintomatologia – argomenta Alberto Papi, ordinario di malattie dell’apparato respiratorio, Università di Ferrara – E’ stata fatta una revisione importante su quali trattamenti iniziare e su quali continuare. Dal punto di vista pratico non compare più la combinazione Ics-Laba, non più raccomandata perché da evidenze in terapia è percepita come una perdita di tempo, dato che ne esiste una più efficace, la triplice, in presenza di alti livelli di esosinofili nel sangue, con cui si raggiungono obiettivi solidi e importanti sulla riduzione di riacutizzazioni e mortalità”. A dare evidenza della riduzione del rischio di mortalità per Bpco sono solo le triplici terapie, come dimostrato dagli studi Impact (fluticasone furoato/umeclidinio/vilanterolo) e Ethos (budesonide/glicopirronio/formoterolo fumarato), cui le raccomandazioni dedicano paragrafi specifici. 

Da sempre tra i problemi nelle malattie croniche respiratorie c’è la compliance e di conseguenza l’aderenza, hanno evidenziato gli esperti. Entrambe sono un po’ figlie della semplicità o meno delle cure, tenendo in considerazione che, pur non essendo ormai più una malattia da vecchi, la maggior parte dei pazienti è anziana e magari soffre anche di altre malattie che necessitano interventi farmacologici quotidiani. Una ricerca Doxa del 2017 evidenzia che solo il 62% degli intervisti con Bpco si cura regolarmente (o quasi), il 33% assume i farmaci solo durante la fase acuta e il 5% solo in caso di emergenza. 

“Il rapporto tra terapia inalatoria per bocca ha delle criticità – sottolinea Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg) – Se obblighiamo a 2-3 somministrazioni al giorno, una buona percentuale salta”. A tale proposito le Gold affermano che, proprio per questo, medici e specialisti dovrebbero tenere in considerazione le terapie precostituite rispetto alle associazioni estemporanee, vale a dire le terapie contenute in un unico inalatore. Nello specifico le Gold fanno riferimento ai risultati degli studi Impact (InforMing PAthway of COPD Treatment) e Intrepid ( INvestigation of TRelegy Effectiveness: usual PractIce Design) che hanno valutato l’efficacia della triplice fluticasone furoato/umeclidinio/ vilanterolo). Infine, le nuove raccomandazioni puntano l’attenzione sul rischio di riacutizzazione e di peggioramenti, che possono essere contrastati con trattamenti su misura da studiare caso per caso e con terapia da ottimizzare se si riscontra un non adeguato controllo della patologia.  

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