(Adnkronos) – Il prossimo 10 gennaio Simone Ficicchia, militante di Ultima Generazione, verrà ascoltato in tribunale a Milano, a seguito del blitz al Senato, l’azione di protesta andata in scena lo scorso martedì a Roma, dove cinque esponenti aderenti al movimento ambientalista hanno imbrattato con vernice lavabile Palazzo Madama. Per questo il collettivo ha annunciato, per la stessa mattinata del 10 gennaio, un presidio di solidarietà che si terrà davanti al Palazzo di Giustizia di Milano.
“Il caso di Simone Ficicchia, ventenne aderente a Ultima Generazione, convocato dal Tribunale di Milano, su richiesta della Questura di Pavia, per presenziare il 10 gennaio all’udienza indetta per discutere l’applicazione di misure di sorveglianza speciale non è il primo né sarà l’ultimo”, spiegano in una nota gli attivisti di Ultima Generazione. Si tratta “sicuramente del caso italiano nel quale la sproporzione tra azione e reazione è più appariscente: in sostanza, si chiede di applicare il Codice antimafia, nato per mafiosi, terroristi e malavitosi, a un ragazzo che ha scelto la protesta non violenta per spingere il governo a interrompere l’uso di energia fossile e arginare gli eventi climatici estremi che nessuno appare intenzionato a fermare”. Oltretutto, aggiungono, il giovane non ha neanche preso parte al blitz: “Simone non era fra loro – assicurano -. Si trovava a Roma perché invitato a partecipare alla trasmissione Agorà di Rai3. Le forze dell’ordine lo hanno però fermato all’uscita dal portone e gli hanno impedito di raggiungere gli studi televisivi”.
Sul caso, lo stesso Ficicchia commenta: “A 20 anni mi trovo con l’avvenire segnato dal collasso eco-climatico e questo mi sembra davvero molto più minaccioso di un provvedimento del questore di Pavia. La misura che mi potrebbe arrivare addosso è certamente pesante e senza precedenti, ma non è nulla che non ci aspettassimo. Anzi, penso che abbiamo già vinto”. Il fatto che “lo stesso Stato criminale, che ci sta condannando al peggiore dei futuri con il gas e il carbone, si veda costretto a una repressione assurda e sproporzionata su un giovane cittadino per delle proteste non violente, dimostra l’incisività che hanno avuto le azioni e le richieste di Ultima Generazione. Io – avverte – sono pronto ad accettare le conseguenze per aver scelto di ascoltare il mio istinto di sopravvivenza, così come sono pronte tante altre persone”. Per questo, conclude, “invito tutti a unirsi a me il 10 gennaio alle 10 sotto al tribunale di Milano in corso di Porta Vittoria, durante l’udienza. Lì, fra le altre cose, ribadiremo insieme che la lotta contro la crisi eco-climatica è una lotta per salvare la nostra democrazia e che misure come la sorveglianza speciale non fanno che metterla a rischio”.