(Adnkronos) – Continua la ricerca di Mia Kataleya Chiclio Alvarez, la bimba peruviana di 5 anni scomparsa dal 10 giugno mentre stava giocando nel cortile dell’ex hotel Astor di Firenze, dove viveva con la famiglia.
Dopo il vertice che si è tenuto ieri pomeriggio nella Procura fiorentina, con il coordinamento del procuratore aggiunto Luca Tescaroli, che conduce le indagini con i pm Christine Von Borries e Giuseppe Ledda, è iniziato il vaglio delle immagini riprese dalle circa 1.500 telecamere di videosorveglianza presenti in città, un compito affidato al Ros e ai militari del Nucleo Investigativo del comando provinciale dei carabinieri.
Le immagini delle telecamere di sorveglianza presenti nell’area dell’ex albergo non avrebbero fornito informazioni utili circa la sparizione di Kata, come i familiari chiamano la bambina. Da qui l’esigenza di allargare il perimetro dei filmati registrati dalle videocamere che è stato esteso all’intera città, in modo da poter individuare tracce legate ai possibili rapitori della piccola Kata.
“Kata è stata rapita”, continuano a ripetere il padre e la madre, dopo che nessuna traccia di lei è stata trovata nell’ex hotel dopo una maxi ispezione dei carabinieri con i reparti speciali Gis, Sis e Ros durata due giorni. Nel frattempo continua l’esame dei reperti sequestrati durante i sopralluoghi.
Le indagini dei carabinieri avrebbero allungato il lasso di tempo in cui sarebbe avvenuto il rapimento: in tutto si parla di circa 1 ora e 45 minuti. Si tratta del periodo che passa dall’ultima volta che Kata viene vista a quando scatta l’allarme per la scomparsa. Alle 15.01 di sabato 10 giugno una telecamera esterna ha ripreso Kata davanti a uno degli ingressi dell’ex hotel in via Boccherini e tra le 15.12 e le 15.13 viene nuovamente inquadrata mentre sale le scale e poi le riscende per andare nel cortile. In quel momento la mamma sta tornando dal centro di Firenze, dopo il turno di lavoro e arriva nell’ex albergo alle 15.45. Ma, secondo quando avrebbe riferito ai magistrati, non vede subito la figlia che pensa stia giocando con il fratellino maggiore, 8 anni. La donna va in camera e solo dopo circa un’ora avrebbe iniziato a cercare Kata, quindi poco prima delle 17, e non trovandola in cortile inizia ad allarmarsi e a chiedere aiuto.
Alle 20 circa si stampano i primi volantini delle ricerche con sopra l’immagine di Kata in bianco e nero e una scritta con un pennarello rosso “Scomparsa bambina vestita di rosa”. Mezz’ora più tardi la madre è dai carabinieri per denunciare la scomparsa. Persino quel volantino però solleva un interrogativo, secondo quanto scrive oggi l’edizione fiorentina della “Repubblica”: viene indicato che la piccola è sparita in via Monteverdi, ma l’ex Astor è situato a un altro incrocio. Forse è stata solo una svista. Tuttavia in via Monteverdi, si scoprirà più avanti, c’è il cancello di una corte, di alcuni condomini, che è separata dal cortile dell’ex hotel solo da un muretto. Una possibile via di fuga che al momento non è stata esclusa. Perché la sera della sparizione viene indicata proprio quella via, sbagliata, nel volantino? Persone vicine alla mamma di Kata dicono che per loro via Monteverdi era comunque accanto all’ex albergo.
“Al primo posto nel nostro cuore è la sorte della piccola Kataleya scomparsa ormai da molti giorni e di cui attendiamo il ritorno alla sua famiglia e a tutti noi – ha detto l’arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori, oggi a Montesenario per l’Assemblea del clero fiorentino – Dal momento della scomparsa ho chiesto che dalle nostre comunità si innalzassero preghiere al Signore. Rinnovo questa richiesta. Nella preghiera uniamo anche tutti i bambini del mondo minacciati nella loro vita e nella loro dignitosa esistenza, a causa di guerre, migrazioni, condizioni di povertà materiale ed educativa, fame, abbandono”.