La visita ufficiale del Presidente americano a Ottawa
Raggiunto l’accordo sull’immigrazione illegale: da mezzanotte di venerdì 24 marzo è stato chiuso il passaggio di Roxham tra lo Stato di New York e la provincia del Québec
OTTAWA – È stato un messaggio di unità quello pronunciato dal presidente americano Joe Biden venerdì scorso a Ottawa, durante la sua prima visita ufficiale nel Paese degli Aceri, caratterizzata dall’urgenza di rafforzare le difese comuni e i legami economici di fronte a un mondo ad alta tensione. “Americani e canadesi sono due popoli, due paesi che condividono lo stesso cuore”: queste parole sono state accolte dagli applausi scroscianti della Camera dei Comuni gremita di eletti e dignitari, accorsi per assistere al discorso del capo della Casa Bianca. È stato il primo discorso di un Presidente americano al Parlamento canadese dopo quello di Barack Obama, che risale a sei anni fa. Biden ha aperto il suo discorso di mezz’ora con un “Bonjour Canada!”, prima di ‘attaccare’ simpaticamente la squadra di hockey dei Leafs di Toronto. Gran parte del discorso è stato incentrato su economia e commercio, e in particolare sul futuro energetico del continente. Un futuro ricco di “possibilità”, dove i nostri due Paesi saranno sempre più “intrecciati”. “Credo che insieme abbiamo un’incredibile opportunità. Il Canada e gli Stati Uniti possono procurarsi tutto ciò di cui abbiamo bisogno qui in Nord America per costruire una catena di approvvigionamento resiliente”, ha spiegato Biden, che poi ha fatto riferimento alla più grande fabbrica del mondo di assemblaggio di semiconduttori continentali, situata a Bromont, in Québec. Presenti in Aula,
Michael Spavor e Michael Kovrig hanno ricevuto due standing ovation: i due diplomatici sono stati imprigionati dal regime cinese nel 2019 prima di essere rilasciati dopo oltre 1.000 giorni di prigionia. La guerra della Russia in Ucraina e l’atteggiamento bellicoso della Cina hanno reso la sicurezza e la difesa gli argomenti all’ordine del giorno. Nel suo discorso, il Primo Ministro Trudeau ha sottolineato la “gravità” della nostra epoca, che richiede che i due paesi rafforzino ulteriormente la loro alleanza. “Signor Presidente, lei è un vero amico del Canada, e questo conta più che mai in questo momento critico”, ha detto Trudeau. “I cittadini si aspettano che agiamo in modo strategico”. Ed ha aggiunto che “il cambiamento climatico, l’inflazione, la guerra, la carenza di energia, le ingerenze straniere e la disinformazione sono tutti temi correlati”. Sia Biden che
Trudeau hanno quindi ribadito il loro incrollabile sostegno al popolo ucraino. La visita, infine, è servita anche per ratificare un’intesa volta a limitare l’immigrazione illegale. Dalla mezzanotte di venerdì 24 marzo, infatti, non è più possibile attraversare il passaggio di Roxham tra lo Stato di New York e il Québec. Il precedente accordo fra i due paesi, il Safe Third Country Act (STCA), era stato firmato nel 2004 e prevedeva che le persone migranti dovessero richiedere asilo nel primo paese “sicuro” che raggiungevano: in particolare, permetteva che sia il Canada sia gli Stati Uniti potessero respingere i migranti nei punti di ingresso ufficiali del confine, ma non in quelli non ufficiali, come appunto quello di Roxham Road. Il nuovo accordo prevede il diritto di respingere chi viene scoperto mentre cerca di entrare illegalmente in Canada in qualsiasi punto del confine. Un comunicato dell’ufficio di Trudeau ha poi chiarito che il diritto si estende a qualunque porzione del confine. lI Canada, inoltre, istituirà un nuovo programma destinato a circa 15 mila richiedenti asilo che provengono da paesi dell’America Centrale e dal Sudamerica e fuggono da violenze e persecuzioni. (V.G.)