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Aniello Infante, il Sergente amico dei giovani calciatori

Montréal – È andato in pensione dopo 33 anni di onorata carriera alla Polizia di Montréal. L’11 maggio è stato il suo ultimo giorno di servizio al Poste (Commissariato) 30, con i colleghi e la famiglia (300 persone in tutto) che lo hanno festeggiato il 15 giugno, tra sapori e musica italiana. Lui è il Sergente Aniello Infante, originario di Bagnoli Irpino, in provincia di Avellino, Campania, giunto in Canada con i genitori nel 1962, ad appena un anno dalla nascita. Terzogenito di 5 figli, dopo essere cresciuto nel quartiere di Saint Michel, nel 1995 si è trasferito a Laval dove ha cresciuto insieme a Tina (scomparsa prematuramente) Maria, 31 anni, e Michele, 25. Entrambi, guarda caso, poliziotti. Aniello è entrato in Polizia nel 1985, cominciando nel Poste della Piccola Italia. Dopo 12 anni, il trasferimento a Crémazie-St-Hubert come agente antisommossa. Quattro anni dopo, l’esperienza all’estero: nel ’98 e nel 2000 è stato in Bosnia come casco blu sotto l’egida dell’ONU. Prima di tornare a Saint-Michel, nel quartiere dove è cresciuto, come Sergente.

Per un lavoro che, in realtà, è sempre stata una piacevole missione: “I miei colleghi – ha detto a #CittadinoTv – sono come una famiglia: mi sono divertito e mi hanno pure pagato”. Ispirato da “My Way” di Frank Sinatra: “I always did it in my way, alla mia maniera, sono stato sempre me stesso, seguendo il mio istinto. Negli anni ‘70 e ‘80 gli italiani in Polizia erano vittime di pregiudizi e stereotipi: abbiamo dimostrato il nostro valore ed oggi è cambiato tutto”. Aniello ha sempre brillato non solo per professionalità, ma anche per impegno civile. “Lo dico sempre – ci ha detto -: un poliziotto deve essere sempre al servizio della Comunità”.  Il Sergente ha sempre avuto un debole per il calcio: è tifosissimo del Napoli ed è membro del Napoli club di Montréal. Per anni si è dedicato allo sviluppo del calcio giovanile come direttore tecnico della scuola calcio “St. Michel Pompei” (A.ST.M.P.), che ad oggi conta 400 giovani iscritti. Oltre ad occuparsi dei campi estivi organizzati dalla Fondazione della Polizia di Montréal, con circa 270 ragazzi coinvolti. Perché fare il poliziotto non è solo fare contravvenzioni o gestire le manifestazioni, ma prima di tutto umanità, empatia e generosità. “Non entrate in Polizia per la paga o per le ferie retribuite –è il suo consiglio a chi vuole intraprendere la sua stessa carriera – ma perché volete aiutare la gente”. (V.G.)

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