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Angelini (Comscore): ’30 mln di italiani consultano dottor Google’

(Adnkronos) – “Su 30 milioni di persone che ogni mese, sul web, si informano sulla salute, il 62% è costituito da donne e 2 minuti su 3 sono impiegati da over 45. Sulla popolazione giovanile i numeri non sono bassi: 2,5 milioni di persone hanno 18-24 anni, 4 milioni 25-35 anni. I numeri non sono trascurabili in fase giovanile, soprattutto se si considera che mediamente stanno meglio e, in genere, hanno meno interesse sugli aspetti della salute. Oltre alle App di benessere e fitness c’è sicuramente una ricerca di second opinion e informazioni su varie patologie e informazioni di servizio”. Così Fabrizio Angelini, Ceo Sensemakers e Comscore Italia intervenendo al Talk ‘Dott. Google e gli altri: come si informano gli italiani’, nono webinar promosso e organizzato da ‘Alleati per la Salute’, il portale dedicato all’informazione medico-scientifica sostenuto da Novartis. 

All’incontro – moderato dal giornalista Federico Luperi, Adnkronos consultant e trasmesso in diretta streaming nei canali social di Adnkronos e disponibile nel portale alleatiperlasalute.it – era presente, oltre ad Angelini, esperto nell’analisi dei media e dell’interpretazione dei dati relativi al comportamento e al profilo delle audience, Tonino Aceti, fondatore e presidente Salutequità, da sempre al fianco delle Associazioni di cittadini-pazienti nella tutela del diritto della salute e attento osservatore del fenomeno medico e della divulgazione scientifica.  

“I siti che trattano temi di salute sono molto vari – continua Angelini -. Ci sono quelli scientifici, con un advisory medico o redazione medica, ma c’è un aumento significativo per i siti che si occupano di benessere, danno consigli di alimentazione e attività fisica. Questo è un fenomeno a livello globale”.  

Oggi “si collegano circa 40 milioni di persone su web ogni mese – il 49% sono donne – ma sul totale della popolazione italiana, quasi 60 milioni di persone – osserva l’esperto – 1 italiano su 4 non usa internet: dobbiamo ricordarci che ci sono persone che, a causa del digital divide, non hanno accesso al web. Una parte potrebbe essere non coperta da banda larga e potrebbe appartenere alla fascia che ha più bisogno di aiuto: il 31% degli italiani ha più di 60 anni”.  

Da un’analisi quantitativa, “tutte le applicazioni con fitness tracking e alimentazione e benessere in genere sono le più diffuse – spiega Angelini – Con la pandemia, per la prima volta si è superato un gap storico rispetto ad altri Paesi come il Regno unito, dove il National health service è seguitissimo ed è la prima fonte di informazione medico sanitaria. Con la pandemia il bisogno di informazioni certificate, istituzionalizzate ha portato in Italia 3 siti ministeriali o comunque gestiti dal servizio sanitario ad audience significative. Mi riferisco al fascicolo sanitario elettronico, dgc.gov.it (per la certificazione verde, ndr) o la app immuni, che ha avuto una vita simile a quella di altri Paesi”.  

In generale i siti più significativi dal punto di vista medico sono quelli come “miodottore.it per consulti e second opinion – precisa l’esperto – che ha avuto qualche milione di utenti. Ci sono poi siti con manuali medici che sono legati alla comunità medica che forniscono manuali e protocolli che raggiungono i medici. Oggi il fascicolo sanitario per ciò che riguarda questioni pratiche come gestione di ricette e prenotazione di visite, nelle aree dove funziona, è molto attivo e può diventare veicolo di informazioni molto istituzionali, credibili, verificate e sicure. Qui – conclude – stiamo guadagnando il gap rispetto agli altri Paesi”. 

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