(Adnkronos) – Affaticamento, difficoltà a concentrarsi, aumento della frequenza cardiaca: sono i principali sintomi dell’anemia, una delle complicanze più frequenti della malattia renale cronica. Interessa un paziente su 71 e, per i pazienti non ancora diagnosticati, rappresenta un importante campanello di allarme sulla presenza della malattia. Una condizione che ha un forte impatto sulla qualità di vita, ma spesso non riconosciuta o sottovalutata dai pazienti con malattia renale cronica, un’emergenza di sanità pubblica globale che colpisce 1 persona su 10 in tutto il mondo, con prevalenza e mortalità quasi raddoppiate negli ultimi 30 anni.
Non sottovalutare l’anemia da malattia renale cronica e rivolgersi al medico ai primi segnali è il messaggio della campagna di informazione “Anemia? Non aspettare, agisci”, promossa da Astellas Italia. Condivide gli obiettivi dell’iniziativa Aned, Associazione nazionale emodializzati dialisi e trapianto Onlus. Un invito a non rassegnarsi al senso di stanchezza e debolezza, ad alzarsi dal divano – reale e metaforico – e a passare all’azione, parlandone con il proprio nefrologo, per i pazienti con malattia renale. Ma anche un invito rivolto ai pazienti non ancora diagnosticati, affinché non trascurino i sintomi che potrebbero favorire l’identificazione precoce e la diagnosi tempestiva della patologia.
“L’insufficienza renale cronica è una malattia insidiosissima, perché quasi totalmente asintomatica: tutti dobbiamo occuparci dei nostri reni anche se non si fanno sentire – dichiara Giuseppe Vanacore, presidente Aned – Peraltro, negli stadi più gravi si associano altre patologie, tra le quali l’anemia da malattia renale cronica, che spesso viene diagnosticata in ritardo. Infatti, c’è ancora scarsa informazione sulla correlazione tra queste due patologie, e in particolare sulla possibilità di ricorrere a una gestione multidisciplinare per migliorare le condizioni e ritardare la loro progressione. Lavorando su informazione e consapevolezza è possibile accorgersi in tempo della malattia e intervenire tempestivamente”.
Le storie di convivenza con la malattia, le testimonianze di chi non si è arreso ed ha deciso di agire per affrontare l’anemia da malattia renale cronica, sono al centro dei “Racconti dal divano” che rappresentano l’elemento centrale della campagna: un divano, anzi quattro diversi divani, dai quali i pazienti e il medico nefrologo raccontano la loro esperienza. Un videoformat social innovativo, con uno storytelling intimo e coinvolgente, introdotto e accompagnato dal commento di una testimonial d’eccezione, la campionessa di pallavolo e opinionista tv Maurizia Cacciatori.
“Nella mia carriera ho festeggiato tante vittorie – dichiara Cacciatori – ma come tutti gli atleti ho conosciuto anche le sconfitte: lo sport insegna a non essere arrendevole o disfattista, ma a ripartire sempre, a rialzarsi quando si è a terra, ad agire e reagire. Nelle storie delle persone che convivono con l’anemia da malattia renale cronica ho rivisto questa grande determinazione: sono molto felice di aver partecipato a questa iniziativa, che spero possa essere utile a tante persone per migliorare la propria salute”.
L’anemia è una patologia in cui il numero di globuli rossi nel sangue è inferiore al normale. Se i globuli rossi, che contengono emoglobina, una proteina contenente ferro e specializzata nel trasporto di ossigeno, diminuiscono, i tessuti non “respirano” a sufficienza, e questo può provocare debolezza e stanchezza. I pazienti con malattia renale cronica sono particolarmente a rischio anemia perché quando i reni non funzionano bene non producono abbastanza eritropoietina (Epo), un ormone che stimola la produzione di globuli rossi. La diagnosi di anemia avviene normalmente attraverso alcuni esami eseguiti su un campione di sangue: emoglobina, ferritina, saturazione della transferrina (Tsat), analisi dei livelli di vitamina B12 e folato. Questi esami possono essere ripetuti a intervalli regolari per monitorare l’anemia e la risposta al trattamento.
“L’anemia potrebbe sembrare un disturbo banale per un paziente con malattia renale cronica – spiega Giuseppe Grandaliano, professore ordinario di Nefrologia Università Cattolica Sacro Cuore Roma e direttore della Nefrologia Fondazione Policlinico Irccs Gemelli di Roma – pur impattando significativamente sulla qualità di vita del paziente, con il facile affaticamento e la difficoltà a svolgere le normali attività quotidiane. Tuttavia, oggi sappiamo che l’anemia è un fattore di rischio importantissimo per la mortalità cardiovascolare di questi pazienti e quindi non va assolutamente sottovalutata. Inoltre, molto spesso la sintomatologia legata all’anemia può essere un primo campanello d’allarme per una diagnosi di malattia renale cronica. È molto importante che il paziente si rivolga al nefrologo, che ha le competenze per affrontare questa complicanza, intervenendo tempestivamente, ove necessario, con una terapia specifica che possa aumentare i livelli di emoglobina”.
Sul sito web della campagna sono disponibili tutte le informazioni utili sull’anemia da malattia renale cronica: come si manifesta, come viene diagnosticata, come può essere trattata. I pazienti possono consultare e scaricare un’infografica con le informazioni più importanti e i consigli per affrontare al meglio la patologia, ed è disponibile un quiz con alcune domande per conoscere meglio i sintomi dell’anemia e capire se si può essere a rischio di anemia da malattia renale cronica. Gli episodi dei “Racconti dal divano” saranno pubblicati online sul sito di campagna www.anemiadamalattiarenale.it e sulla pagina Facebook di Aned.
“Responsabilità e sensibilità: sono le parole chiave alla base della nostra decisione di promuovere la campagna ‘Anemia? Non aspettare, agisci’. La popolazione e i pazienti – commenta Giuseppe Maduri, amministratore delegato di Astellas Italia – vanno aiutati a comprendere come mantenersi in buona salute attraverso la prevenzione e l’informazione. Una responsabilità, direttamente legata alla sensibilità, che non dobbiamo mai perdere di vista. Per un’azienda come Astellas è doveroso occuparsi di salute partendo dall’ascolto dell’esperienza e dei bisogni dei pazienti, con interventi che vadano oltre il farmaco”.