A differenza degli Stati Uniti, in Canada ci sono pochissime banche. Ciascuna di esse, quindi, riveste un ruolo preponderante nell’economia canadese. Ciascuno di questi istituti di credito è una società privata quotata in Borsa e di proprietà degli azionisti. Se siete membri di un fondo pensione, o avete una partecipazione in un piano pensionistico, è molto probabile che siate azionisti di una delle sei principali banche canadesi. Con un numero così limitato di banche per un’economia grande come quella canadese, è facile immaginare il notevole potere di cui dispongono i dirigenti di questi istituti. Per questo motivo, quando in queste aziende si verifica un evento insolito, è evidente che è necessario soffermarsi e scrutarlo, per capire come vengono gestite queste istituzioni che influenzano in modo significativo la nostra vita. Perché, bisogna riconos-cerlo, le banche esigono di conoscere molti dettagli della nostra vita personale, ma lasciano trapelare poco sul loro funzionamento interno nel quotidiano. Tra i principali dirigenti di una banca c’è il direttore finanziario. È consuetudine che questa persona sia, infatti, la seconda carica più importante nella gerarchia di una banca, subito dopo il direttore generale. Un episodio recente ha permesso di gettare un po’ di luce su questi giganti dell’economia, che esercitano un’influenza così importante sul nostro benessere e sulle nostre vite. La storia inizia quando la più grande banca del Paese ha assunto, nel 2002, una contabile che lavorava per una delle più grandi società di revisione contabile al mondo. A partire dal 2016, sono aumentate le pressioni per la mancanza di donne nei ranghi dirigenziali della banca. Riconosciuta per le sue com-petenze innovative, ha beneficiato di diverse promozioni. Due anni e mezzo fa è stata nominata direttrice finanziaria della banca ed era ormai destinata a diventare direttrice generale. Guadagna più di 4 milioni di dollari all’anno. Se fosse diventata direttrice generale, avrebbe guadagnato più di 17 milioni di dollari all’anno, più gli aumenti an-nuali. È sposata. Ha una relazione extraconiugale. Ricordiamo che, in un’altra epoca, i datori di lavoro consideravano questo fatto come una rottura del vincolo di fiducia e, in questi casi, arrivavano persino a licenziare i dipendenti. Quei tempi sono ormai su-perati. Eppure è stata licenziata proprio per questo.

Perché? In realtà, non è stata licenziata per aver tradito il marito. È ormai noto da tem-po che il comportamento del dipendente, al di fuori del lavoro, può essere punito dal datore di lavoro solo se ha un impatto sull’impiego. Un insegnante che molesta un bambino che non frequenta la sua scuola, al di fuori del luogo di lavoro, sarà licenzia-to perché questo comportamento getta discredito sulla scuola e anche per la neces-sità di proteggere i bambini che la frequentano. Nel caso della direttrice finanziaria della banca, non è stata licenziata per il semplice fatto che aveva una relazione extra-coniugale, ma per il legame tra questa relazione extraconiugale e il lavoro. Qual era questo legame? Fino al licenziamento, era il capo dell’uomo con cui aveva una rela-zione intima. Cosa ancora più grave, in termini di fatti contestati: aveva accordato a quest’uomo delle rapide promozioni. Queste rapide promozioni hanno attirato l’atten-zione degli altri colleghi, che hanno cominciato ad interrogarsi sulla velocità improvvi-sa di queste promozioni, mentre nulla le lasciava presagire. A poco a poco, le voci hanno cominciato a circolare e, in un’epoca in cui i social media rivelano tutto della nostra vita, è bastato questo perché la banca fosse costretta a rivolgersi a un avvocato esterno per verificare la fondatezza di queste voci. I risultati dell’indagine sono stati catastrofici per la direttrice finanziaria e il suo subordinato. Entrambi sono stati licen-ziati e, quindi, privati dei salari tra i più invidiabili in circolazione, oltre che delle oppor-tunità future. Si dice che la vita si sviluppi un giorno alla volta. Anche l’amore sboccia ogni giorno. Lei avrebbe mantenuto il suo posto di lavoro se avesse chiesto rapida-mente che lui non si rapportasse più a lei e se avesse evitato di riservargli un tratta-mento di favore. All’epoca della pandemia. con il lavoro a distanza, era più facile pas-sare inosservati. Il ritorno in ufficio ha cambiato le cose, ma alcune abitudini sono ri-maste intatte. Una cosa non è cambiata: la banca ha aspettato fino alle ore 18 di venerdì per annunciare pubblicamente la brutta notizia. Sembra che, se si deve dare prova di trasparenza, sia meglio farlo quando nessuno ci guarda.