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Alfredo Cospito “in condizioni di salute prossime al tracollo”

(Adnkronos) – ”Se il 24 febbraio la Corte di Cassazione non dovesse annullare senza rinvio l’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza, disponendo la revoca del 41 bis per Cospito, qualsiasi successivo provvedimento di favore per Alfredo dovrà essergli notificato al cimitero. Le condizioni di salute del detenuto sono infatti prossime al tracollo”. Lo afferma l’avvocato Flavio Rossi Albertini, difensore dell’anarchico Alfredo Cospito. 

”Alfredo deambula a fatica, costantemente monitorato da uno strumento medicale portatile per la verifica del battito cardiaco, la sua salute non può attendere ulteriori rinvii – aggiunge il penalista -. Non si comprenderebbe infatti la ragione di rimettere nuovamente la decisione al Tribunale di Sorveglianza di Roma quando la requisitoria del Consigliere Gaeta, individua vuoti motivazionali dell’ordinanza talmente estesi da non poter essere certamente colmati da un successivo giudizio di rinvio non rinvenendosi in atti, tra l’altro, elementi capaci di sopperire allo scopo”. 

CORTEO A ROMA – A piazzale Aldo Moro, a Roma, si prepara intanto il corteo degli anarchici riuniti dalle 18 in un presidio davanti all’università La Sapienza di Roma in piazzale Aldo Moro. In bicicletta e con furgoni sui quali sono appesi cartelli con scritte in solidarietà ad Alfredo Cospito, contro il 41 bis, si dirigeranno in direzione del carcere di Rebibbia “per portare il saluto ai nostri fratelli e sorelle prigionieri della repressione”.  

A bloccare per ora la “carovana”, tuttavia, gli agenti del Reparto Mobile che hanno chiuso con le camionette il piazzale. I manifestanti, al grido di “libertà” gridano la loro voglia di una “società che non ha bisogno di carceri”, chiedono che Cospito venga liberato, chiedono la cancellazione del 41bis. “Basta con le finzioni mediatiche – dicono al megafono -. Non abbiamo bisogno di collusioni con i mafiosi”.  

Mentre i manifestanti bloccati davanti all’ingresso della Sapienza urlano “Alfredo non deve morire”, un gruppo nel presidio si è staccato con le biciclette per parlare faccia a faccia con gli agenti del Reparto Mobile schierati a sbarrare la strada. “Non avete il coraggio di affrontarci, fateci almeno passare” chiedono. I nomi dei detenuti vengono intanto scanditi dai megafoni per chiedere la loro libertà. 

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