In “Save the last dance for me”, Alessandro Sciarroni collabora con i danzatori italiani Gianmaria Borzillo e Giovanfrancesco Giannini, sui passi di un ballo bolognese chiamato Polka Chinata. È una danza di corteggiamento originariamente eseguita solo da uomini e risalente ai primi del Novecento: fisicamente impegnativo, quasi acrobatico, richiede che i danzatori si abbraccino, volteggino mentre si piegano sulle ginocchia quasi a terra.
La performance è atletica e tecnica, ma fatta anche di tenerezza e complicità. Il progetto di recupero di questa “danza in estinzione” è stato realizzato in collaborazione con Giancarlo Stagni, un maestro bolognese che ha fatto rivivere l’antica tradizione grazie alla riscoperta e allo studio di alcuni video di documentazione risalenti agli anni ’60. Alessandro Sciarroni ha scoperto questa danza nel 2018. Il progetto, nel suo complesso, consiste in una performance eseguita dai due danzatori e da una serie di laboratori volti a diffondere e ravvivare questa tradizione popolare e salvarla dall’oblio.
Alessandro Sciarroni è un artista italiano attivo sulla scena internazionale nell’ambito delle performing arts con una formazione nel campo delle arti visive e della ricerca teatrale. I suoi lavori vengono presentati in festival di danza e teatro contemporanei, musei e gallerie d’arte, così come in spazi non convenzionali rispetto ai tradizionali luoghi di fruizione che prevedono il coinvolgimento di professionisti multidisciplinari. Nel 2019 ha vinto il Leone d’Oro per la Danza alla Biennale di Venezia.
Il Cittadino Canadese lo ha incontrato, in occasione del Festival TransAmériques (FTA), il festival di danza e teatro che si tiene a Montréal a ogni anno, e che ospita per la prima volta un suo progetto:
“Io vengo da San Benedetto del Tronto, ho studiato beni culturali all’Università di Parma e da lì ho approcciato l’arte contemporanea e la recitazione. Sono attore teatrale di formazione e ho lavorato per anni come interprete per una compagnia di teatro contemporanea, sviluppando una forma d’arte ibridata da diverse discipline, tra cui la danza, il circo, lo sport, le pratiche corporali. Cerco di creare uno scambio emozionale ed empatico tra gli interpreti e gli spettatori. In Save the last dance for me, la danza folkloristica è un vettore di memoria, una dialettica tra patrimonio vivente e arte contemporanea. Quando Giancarlo Stagni ha riscoperto questa danza c’erano in totale 5 persone al mondo che la conoscevano. In quanto arte immateriale, può saltare anche delle generazioni e poi essere riesumata. Noi cerchiamo di perpetuarla tramite esperienze immersive e abbiamo un buon riscontro di supporto e apprezzamento sia dalle istituzioni locali e regionali che dalle realtà artistiche internazionali. Conosco il Canada, avendo già lavorato a Vancouver e Ottawa, e conosco bene Montréal e il suo frizzante clima di grande ispirazione. Ho collaborato e fatto ricerca con il Circuit-Est centre chorégraphique e abbiamo presentato dei progetti alla Usine C – Centre de création et de diffusion. La dignità di questa danza popolare che ha più di 100 anni e rischiava di sparire per sempre, combinata alla musica dance così attuale, non può non conquistare il cuore dello spettatore”.
“Save the last dance for me” al FTA di Montréal ha diverse date e location:
- Il 28 e 29 maggio, alle ore 16, al Marché Maisonneuve (4445 Rue Ontario Est), con ingresso gratuito;
- il 31 maggio e il 1o giugno, alle ore 18, presso la Cité-des-Hospitalières (251, avenue des Pins);
- il 2 (alle ore 19h);
- il 3 giugno (alle ore 17h30), alla Casa d’Italia (505, rue Jean-Talon Est)