(Adnkronos) – “E’ stato un anno veramente interessante, per certi versi entusiasmante, ovviamente con dei profili di sfida che si sono creati in varie parti del mondo e che affrontiamo. Quasi il 20% del fatturato è stato realizzato in Italia” e la crescita è stata sostenuta da una grande crescita a volumi con 833 milioni di unità di cui 609 milioni prodotti internamente, pari a un aumento del 9,3% che dimostra l’importanza e l’attualità dei nostri farmaci”. Lo ha detto Lucia Aleotti, azionista e membro del Board di Menarini ieri a Firenze in un incontro con la stampa commentando i risultati del 2023.
“Abbiamo avuto la sorpresa di avere gli Usa come secondo paese
” di sbocco, mentre “la Cina non ha mantenuto le promesse e in Turchia, la differenza del cambio ha eroso il 50% della crescita – aggiunge Aleotti – ‘Ebitda tra 340 e 350 milioni è un po’ in calo” rispetto ai circa 400 milioni del 2022, “ma questo era logico e atteso: nella nostra traiettoria di sviluppo l’anno 2023 è stato un anno di fortissimo investimento per creare la realtà” strutturale negli Stati Uniti “nel mercato dei tumori solidi”.
“Nel 2024 sicuramente continueremo con la nostra crescita negli Stati Uniti e per la creazione di strutture” per i lanci in oncologia in Europa dal momento che, dopo l’Fda (Agenzia americana del farmaco, Ndr) è arrivata anche a settembre la registrazione europea del nostro
prodotto per il tumore metastatico al seno”. ha precisato Lucia Aleotti, riferendosi a Orserdu* (elacestrant) di Stemline per il trattamento orale come monoterapia del carcinoma mammario ER+/HER2- avanzato o metastatico, con mutazioni di ESR1, per donne in post-menopausa e uomini adulti.
“Continueremo a guardare con interesse la Cina, ancorché con prudenza, perché non sembra che ci siano segnali di una nuova esplosione dell’economia cinese – aggiunge Aleotti – Soprattutto, continueremo con la nostra filosofia, cioè una filosofia di autofinanziamento: tutto l’utile che si crea anno per anno rimane in azienda, viene interamente reinvestito, da oltre 25 anni tutto è reinvestito nella crescita dell’azienda”. Per aiutare l’industria farmaceutica, ha aggiunto l’azionista di Menarini, “il governo può lavorare molto sulla parte della burocrazia, può lavorare sulla parte degli incentivi, della formazione, perché abbiamo bisogno di tutti questi aspetti. Abbiamo bisogno di procedure che siano più rapide e che siano competitive con il resto dei paesi, sia per registrare i nuovi farmaci che per fare le sperimentazioni cliniche”. Inoltre “abbiamo bisogno di un recupero della parte dei costi industriali che ci stanno schiacciando. Abbiamo bisogno di un contesto che comprenda – sottolinea Aleotti – che, quando i costi per produrre un farmaco continuano ad aumentare, va ripensato un recupero, per la competitività industriale”.