(Adnkronos) – Compie 150 l’École française de Rome, ente pubblico a carattere scientifico, culturale e professionale posto sotto la tutela del ministero francese dell’Insegnamento superiore, della ricerca e dell’innovazione, che ha come missione la ricerca e la formazione alla ricerca in archeologia, storia e nelle altre scienze umane e sociali, dalla Preistoria ai nostri giorni. Nata tra il 1873 e il 1875 come scuola di archeologia facente capo alla più antica École française d’Athènes, aperta nel 1846, è inizialmente concepita come una tappa per i giovani ricercatori successivamente chiamati a soggiornare ad Atene, che a Roma seguono corsi di archeologia per un anno in modo da perfezionare la propria formazione prima dell’arrivo sui cantieri greci.
Nel 1875, tuttavia, la scuola acquista una sua autonomia e prende il nome di École française de Rome, stabilendosi a Palazzo Farnese insieme all’ambasciata permanente di Francia in Italia. Qui, custodisce una biblioteca di oltre 200mila volumi, a disposizione dei ricercatori di tutti i paesi, che pubblica anche ogni anno una ventina di volumi e la rivista dei Mélanges. Dal 1975, nella Capitale ha anche una seconda sede, al numero 62 di piazza Navona, ad uso ricettivo, con sale per conferenze e seminari, una galleria per le mostre e la foresteria.
L’École, che da 150 accoglie dottorandi, ricercatori e scienziati, ha dato il via alle celebrazioni per questo importante anniversario della sua istituzione a Roma, aprendo un programma di eventi che durerà due anni e si chiuderà a dicembre 2025. Le celebrazioni si sono aperte ieri con un incontro alla presenza di Nancy Berthier, direttrice della Casa de Velázquez a Madrid e presidente della Rete delle Écoles françaises à l’étranger, e Véronique Chankowski, direttrice dell’École française d’Athènes, che ha visto la partecipazione di una cinquantina di personalità francesi e italiane, diplomatici e ricercatori internazionali.
“Da questo mese, l’École entra nel periodo di celebrazione del suo cento cinquantenario – ricorda Brigitte Marin, direttrice dell’École française de Rome – poiché tre decreti ne hanno scandito la fondazione: quello del 25 marzo 1873 crea una sezione romana dell’École française d’Athènes. Con il decreto del 26 novembre 1874, prende il nome di École archéologique de Rome. Un anno più tardi, il decreto del 20 novembre 1875 istituisce l’École française de Rome, ente pubblico autonomo di archeologia e di storia. Continueremo ad organizzare costantemente un programma di cultura scientifica molto ricco tra mostre e incontri internazionali anche aperti al pubblico e ad accesso libero, presso la storica sede di piazza Navona 62, mirati a condividere a tutti l’attualità dei saperi e i dibattiti sulle grandi questioni del nostro tempo, a Roma”.
Il centro per la ricerca e la formazione alla ricerca in storia, archeologia e scienze umane, viene creato, infatti, tra il 1873 e il 1875 a Roma per iniziativa di alcune figure impegnate nel rinnovamento dell’università francese dopo la guerra del 1870, con l’ambizione di affermare la presenza della scienza francese nel nuovo equilibrio europeo e creare uno strumento di ricerca efficace.
Partendo dai legami storici delle Écoles françaises di Atene e di Roma, membri scientifici e collaboratori di entrambe le scuole si sono ritrovati a Roma per questa giornata di incontri dedicati all’attualità della ricerca e per rinnovare le collaborazione per il futuro. Da allora, infatti, le due Écoles non solo si sono completate l’un l’altra, ma non hanno mai smesso di costruire ponti tra i loro diversi campi di studio nel Mediterraneo, scambiandosi metodi e incrociando competenze. Entrambe fanno ormai parte del Réseau des Écoles françaises à l’étranger, che comprende anche l’Institut français d’archéologie orientale, l’École française d’Extrême-Orient e la Casa de Velázquez.
Ripercorrendo alcune pagine di storia, la giornata di studi si è proposta di incrociare i punti di vista, da Atene e da Roma, sullo stato attuale della ricerca in archeologia, storia e scienze sociali, per aprire nuove prospettive e incoraggiare lo svolgimento di ricerche condivise all’interno delle comunità scientifiche legate a queste due scuole. Nel corso della giornata, sono intervenuti, tra i numerosi ospiti, l’ex direttore dell’École française d’Athènes, storico specialista di Creta, Alexandre Farnoux (Sorbonne Université, Parigi), la storica specialista di religione romana e immagini, Valérie Huet (Centre Jean Bérard, Napoli), la geografa e direttrice di un programma su crisi e mutazioni nello spazio euro-mediterraneo, Dominique Rivière (Université Paris Cité, Parigi).
La direttrice dell’École française d’Athènes, Véronique Chankowski, ha ricordato: “In origine, nel 1873, l’École française de Rome è concepita dal ministero dell’Istruzione Pubblica e dall’Accademia francese come un’estensione dell’École française d’Athènes, primo ente francese creato all’estero nel 1846 alla nascita dello Stato greco moderno e sulle rovine dell’impero ottomano. È previsto nel decreto del 1873 e nel programma che ne consegue che i membri dell’École française d’Athènes passino un anno a Roma, nella tradizione del viaggio di studi che esisteva dagli inizi del 1846, prima di raggiungere la Grecia, dove avrebbero dovuto condurre delle esplorazioni archeologiche”.
“È così che nella città di Roma, concepita come un museo universale, i membri ricevono una formazione erudita in archeologia e in storia dell’arte attraverso i monumenti. Questa formazione deve permettere loro, una volta sul terreno in Grecia e in Oriente, di adoperare le migliori capacità d’identificazione e di analisi delle vestigia antiche. È dunque interessante per noi, oggi, tornare sui principi fondatori delle nostre istituzioni per comprendere le evoluzioni delle discipline che hanno fatto scuola”, ha aggiunto.
Le manifestazioni più importanti dell’anniversario dell’École française de Rome si terranno nel 2024 e 2025 in concomitanza con i 150 anni di presenza francese a Palazzo Farnese. L’inaugurazione dell’anniversario dell’École nel 2023 porta a uno sguardo trasversale al suo patrimonio librario e alla sua collezione archeologica, oltreché allo studio della sua storia e delle sue discipline. Nell’ambito delle celebrazioni, un nuovo progetto di ricerca à stato avviato sulla storia delle collezioni della sua biblioteca tra il 1875 e il 1958. In questo ambito, l’École française de Rome e la British School at Rome, con il sostegno del Centre Gabriel Naudé (Enssib), hanno organizzato un incontro sulle ‘Le biblioteche di ricerca all’estero’, aperto al pubblico, per il 1° dicembre 2023, a Roma.
Inoltre, è in corso lo studio completo e il restauro della collezione archeologica dell’École, che verrà esposta in una mostra temporanea a piazza Navona nel 2024, una esposizione permanente a Palazzo Farnese e in una versione digitale. Gli archeologi Christian Mazet e Paolo Tomassini studiano questa collezione variegata e originale, cercando di ripercorrere la storia movimentata della sua costituzione. Nell’era digitale, il percorso espositivo sarà accessibile al pubblico online attraverso la presentazione di modelli 3D degli oggetti e la restituzione virtuale degli elementi policromi. Poi, il Mediterraneo, sempre al centro degli approfondimenti dell’École, con il ciclo di conferenze dal titolo ‘Gli Ottomani e il passato mediterraneo: narrazioni, eredità, patrimonio’, in programma il 19 aprile all’Accademia di Francia a Roma a Villa Medici e il 2 maggio all’Institut français – Centre Saint-Louis.
Per la settima edizione delle ‘Lectures méditerranéennes’ a Roma, l’École française de Rome ha invitato Edhem Eldem, professore al dipartimento di storia dell’Università del Bosforo a Istanbul. Le prime conferenze si sono tenute a Palazzo Farnese e a Palazzo Altemps, in partenariato con l’Ambasciata di Francia in Italia, l’Institut français Italia e il Museo Nazionale Romano. Il ciclo riprenderà in primavera, il 19 aprile e il 2 maggio, con un doppio appuntamento all’Accademia di Francia a Villa Medici e all’Institut français – Centre Saint-Louis. In questa seconda parte, Edhem Eldem farà scoprire connessioni poco conosciute tra il mondo ottomano e il patrimonio mediterraneo con due conferenze intitolate: ‘La preistoria della museologia ottomana: visitatori, turisti, monumenti e collezioni a Istanbul, 1800-1870’ e ‘Gli Ottomani in Andalusia: sguardi incrociati sull’Alhambra nel lungo Ottocento’.