Vietate anche le importazioni
di Alessandra Cori
Alimenti e mangimi sintetici al bando in Italia e nessuna possibilità di import. Nel disegno di legge licenziato dal Consiglio dei Ministri il 28 marzo scorso e che introduce un divieto assoluto, per tutti gli operatori del comparto alimentare e mangimistica “di impiegare, vendere, detenere per vendere, importare, esportare, somministrare oppure distribuire alimenti o mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o da tessuti derivanti da animali vertebrati”, è saltata la clausola di mutuo riconoscimento prevista dall’articolo 6 della bozza, che escludeva dal campo di applicazione della legge “i prodotti legalmente fabbricati o commercializzati in un altro Stato membro dell’Unione europea, in Turchia, o in uno Stato parte contraente dell’accordo sullo Spazio economico europeo” che avrebbe di fatto aperto la strada all’import di prodotti sintetici da altri Paesi.
Rispetto a un impianto normativo così tranchant, l’articolo 6 era apparso estremamente stridente tanto che la stessa bozza, così come il testo definitivo, escludeva espressamente all’articolo 2 anche l’import di tali prodotti andando in contrasto con quanto sancito dalla clausola. Per questi motivi il Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste ha potuto affermare che si “tratta di un disegno di legge condiviso, che ha un sostegno trasversale e che, come ampiamente specificato nell’articolo 2, vieta anche l’importazione in Italia, nonostante ci sia ancora chi tenta di affermare il contrario, strumentalmente”.
Il testo approvato introduce un limite massimo di 150mila euro oltre cui non potranno spingersi le sanzioni, che rimangono fissate in 10mila euro, fino ad un massimo di 60mila euro, oppure fino al 10% del fatturato totale annuo realizzato nell’ultimo esercizio chiuso anteriormente all’accertamento della violazione nel caso tale importo sia superiore a 60mila euro.
Per il resto, l’impianto del disegno di legge è tutto confermato. Alla violazione consegue la confisca del prodotto illecito. In più a chi trasgredisce il divieto sarà comminata l’ulteriore sanzione amministrativa, della durata da uno a tre anni, del divieto di accesso a contributi, finanziamenti, agevolazioni o altre erogazioni concesse dallo Stato, da altri enti pubblici o dall’Unione europea per lo svolgimento di attività imprenditoriali. Durante lo stesso periodo si disporrà la chiusura dello stabilimento di produzione.
Lo stesso trattamento è previsto per chi si sia fatto complice, agevolando tali condotte. Il disegno di legge, si legge nei primi due articoli, e lo ha ribadito il ministro Francesco Lollobrigida in conferenza stampa, nasce con l’obiettivo di assicurare la tutela della salute umana e degli interessi dei cittadini, nonché “preservare il patrimonio agroalimentare, quale insieme di prodotti espressione del processo di evoluzione socio-economica e culturale dell’Italia, di rilevanza strategica per l’interesse nazionale”.
I controlli sull’applicazione della legge sono demandati ai tradizionali organi competenti: Nuclei Antisofisticazione, il Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri (Cufa), Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf) del ministero dell’Agricoltura nonché, per i prodotti della filiera ittica, il Corpo delle Capitanerie di porto.
L’iniziativa legislativa sul cibo sintetico fa il paio con le decisioni assunte dal Governo lo scorso 23 marzo per quanto riguarda le farine di insetti. Infatti il Ministro dell’Agricoltura, il Ministro della Salute e il Ministro del Made in Italy hanno firmato congiuntamente quattro decreti che riguardano quattro diverse farine derivanti da insetti, ovvero cibi non tradizionalmente presenti nell’alimentazione mediterranea .Ci si può nutrire di quello che più si ritiene idoneo” ma “per quanto riguarda la farina di grillo, locusta migratoria, verme della farina e larva gialla pensiamo serva un’etichettatura che specifichi in modo puntuale e visibile quali prodotti hanno derivazione da questi insetti”, ha affermato il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida. Nello specifico occorre riportare in etichetta l’ingrediente anche se non presente al livello massimo previsto, ma anche quando presente in quantitativi inferiori, al fine di evitare l’utilizzazione indiscriminata e possibili frodi. Le informazioni devono risultare chiare sulle confezioni e in ogni aspetto della catena alimentare, anche per quello relativo alla esposizione e collocazione al pubblico di tutti i prodotti contenenti farine di insetti.