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Affatato: “Aprite la vostra anima e parlate con Dio”
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Il racconto suggestivo e commovente di chi, per 15 anni, ha osservato da vicino la parabola umana e spirituale di un Gigante che ha segnato il XX secolo

Montréal – Lo scorso settembre, lo abbiamo accolto a Montréal e lui ha saputo fortificare la nostra fede, grazie a preziose testimonianze sulla vita di uno dei Santi più amati e popolari del Novecento: Padre Pio da Pietrelcina (25 maggio 1887 – 23 settembre 1968). Accolto da “Gli amici di Padre Pio”, sodalizio fondato nel 1984 da Vincenzo Pio Carbonaro, Adolfo Affatato, 83 anni, uno degli ultimi ‘figli spirituali’ viventi di San Padre Pio, ha condiviso epidisodi toccanti e commoventi con i fedeli di diverse parrocchie di Montréal. Racconti di vita quotidiana, che Affatato ha voluto rendere indelebili con “Io e il Padre”, libro uscito nel 2013, che offre al lettore una descrizione privilegiata di Padre Pio. Un libro che ci permette di conoscere da vicino “il Padre che rappresenta la naturalezza del soprannaturale” (come lo definì lo scienziato credente Enrico Medi). Attraverso il punto di vista ravvicinato di chi, come Adolfo Affatato,  ha vissuto al suo fianco per 15 anni, facendo il pendolare tra Foggia, dove di mestiere faceva l’assicuratore, e San Giovanni Rotondo.

L’alter Christus e l’ingratitudine. “Avverto un grande senso di responsabilità nel portare nei vostri cuori il privilegio di aver incontrato il Cristo. E lo dico senza esagerare: a Cleonice Morcaldi, la ‘figlia spirituale’ più cara al frate di Pietralcina, Padre Pio disse: ‘Chi vede il mio volto, vede il volto di Cristo’. Vi chiedo: chi ho frequentato per 15 anni? Con chi mi sono confessato, chi mi ha sposato? Cristo o Padre Pio? La risposta più saggia l’ha data Paolo VI, che ha definito Padre Pio ‘l’alter Christus’. Padre Pio è stato un ineffabile mistero divino. ‘Sono un mistero anche per me stesso’, mi disse. E, quando un giorno gli chiesi se Dio perdona tutti i peccati, mi rispose: ‘Tutti, tranne l’ingratitudine”

La definizione di Enrico Medi. “Lo scienziato e credente Enrico Medi disse di lui: ‘Tutti i Santi sono opere d’arte di Dio, ma Padre Pio è stato il capolavoro delle opere d’arte di Dio’. Non è mai esistito al mondo un Santo che abbia vissuto per 50 anni con i segni della crocifissione sul suo corpo, versando oltre 200 litri di sangue”.

Dio è dentro di noi: sono gli uomini che lo hanno abbandonato. “Quando vedo gente entusiasta, provo un senso di ammirazione: per me è facile credere, perchè io l’ho visto. Vi invito a continuare a credere senza averlo visto. E lui si farà vivo in un sogno qualsiasi. Io sono un assicuratore, mi piace la vita che è un dono di Dio, ma questa va vissuta con un solo compito: dare testimonianza di Dio che è dentro di noi. Saremo giudicati per l’amore che avremo saputo dare e la fede con cui avremo vissuto. Quando Padre Pio mi chiamò, avevo 16 anni, era il 1953: ‘Adolfo, vieni qua!’, mi disse fermandosi in sacrestia, senza avermi mai visto prima. È così che è cominciata la mia nuova vita. Io ero andato lì per sapere se ero stato promosso, mi avevano detto che lì c’era un frate che prevedeva il futuro. Oggi ho una responsabilità enorme, e lascio il Canada con dolore, vedendo tante Chiese chiuse. E poi ci lamentiamo che Dio ha abbandonato gli uomini… Sono gli uomini che hanno abbandonato Dio. Se si spegne la luce di Dio sull’umanità, è finita. Padre Pio aveva stimmate nelle mani, nei piedi e al costato. Oggi sarebbe già morto di crepacuore”.

L’umanità di Padre Pio. Francesco Forgione era un mistero divino ineffabile, era umano e allo stesso tempo divino. Con me parlava sempre in napoletano. Una volta, un signore gli si gettò davanti ai piedi forati, piangendo e chiedendo di essere perdonato per i peccati. La risposta fu: ‘Tu sei peccatore e vuoi farmi male ai piedi?’ Ecco la sua umanità. Per nascondere la sua Santità, metteva in risalto tutti i limiti della sua umanità. L’umiltà fa parte della Santità. Quando la gente lo supplicava per un miracolo, lui diceva di pregare la Madonna. Quando poi andavano a ringraziarlo, diceva: ‘Che volete da me? Io sono solo un povero frate; ringraziate la Madonna!’. Prima di morire, disse ai frati: ‘Chiedo perdono per il fastidio che vi ho dato’. Poi chiese di essere portato alla finestra, per benedire per l’ultima volta i suoi figli spirituali. Era il 23 settembre del 1968: quel giorno la Santa Sede aveva riconosciuto ufficialmente i ‘gruppi di preghiera’. A 81 anni, morì di enfisema polmonare, ma la sua opera si era conclusa con i ‘gruppi di preghiera’.

Il dono dell’ubiquità. Il primo episodio di ubiquità risale al 1920. Ma quello che fece più clamore risale al dopoguerra. Padre Pio chiese a Padre Agostino, il suo confessore, e a Fra’ Daniele di unirsi alla recita del Rosario. Si inginocchiò sotto il crocifisso e si mise a pregare. A un certo punto, Padre Agostino e Fra’ Daniele videro il corpo di Padre Pio avvolto da un fascio di luce. Finito il Rosario, Padre Pio ringraziò e andò via, passando attraverso il muro. Padre Pio non si era mai mosso dalla sua cella.

Le lotte col Demonio. Lottava di continuo col Demonio, si svegliava con gli occhi tumefatti ed il viso rigato dai graffi. Nella sua cella, a volte saltavano le sedie e pure la scrivania. Erano prove a cui il Demonio lo sottoponeva, per l’amore che lui aveva per Dio e il Cristo Crocifisso.

Il dono del profumo. L’ho sentito anche io. Ci sono due spiegazioni. Padre Pio col corpo viveva sulla terra, ma la sua anima stava già in Paradiso, che è un’estensione sterminata di fiori di tutte le specie. Padre Pio emanava un profumo di rosa e mughetto. Padre Pio, inoltre, diceva che la Madonna stava sempre con lui: ‘E, quando se ne va, mi lascia addosso un profumo di rose’. O siamo tutti pazzi, oppure Cristo è stato tra noi e non ce ne siamo accorti”.

Il rapporto conflittuale con la Chiesa. “Nel giorno della beatificazione, Il 16 giugno del 2002, il Papa chiese perdono a Padre Pio per tutto quello che la chiesa gli aveva fatto passare. Padre Pio è sempre rimasto al suo posto, affrontando la mortificazione più grande per un sacerdote: la sospensione ‘a divinis’, cioè non poter celebrare la Messa. Tanto che Padre Pio apparve in bilocazione a Pio IX, dicendogli: ‘Santità, toglietemi tutto, ma non la Messa’. Il Papa, sconvolto e commosso, lo riammise a dire la Messa, ma senza essere visto, o sentito, da nessuno”.

La preghiera incessante per ricevere la grazia di Dio. “Per ricevere una grazia, bisogna osservare i 10 comandamenti, frequentare i sacramenti, fare del bene, amare e pregare in maniera costante e sentita.
La scintilla divina è in ognuno di noi. Nel momento in cui prendiamo coscienza della presenza di Dio in noi, all’improvviso può avvenire un miracolo’. Padre Pio recitava 180 rosari al giorno, in tutto 9 mila Ave Maria. ‘Sto parlando con Dio’, diceva. Dovete aprire  la vostra anima e parlare con Dio. Non basta andare in Chiesa e sentire la Messa in fretta e furia. La password per arrivare al cuore di Dio, oltre a fare bene e amare senza aspettarsi nulla, è la preghiera incessante. Diceva Padre Pio: ‘Il male più grande che possa commettere è dimenticarmi della Madonna per un solo istante, nella mia giornata’”

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