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ADRIANO OLIVETTI 1901-1960 | La macchina da scrivere e il PC

“Spesso il termine utopia è la maniera più comoda per liquidare quello che non si ha voglia, capacità o coraggio di fare. Un sogno sembra un sogno fino a quando non si comincia a lavorarci. E allora può diventare qualcosa di infinitamente più grande”. (Adriano Olivetti)

 

Adriano Olivetti fu un grande imprenditore, all’avanguardia nei metodi di produzione industriale, un intellettuale, un innovatore e precursore dell’urbanistica. Agli edifici industriali, tipo caserme, senza luce naturale e ambienti per socializzare, sostituì locali con grandi finestre aperte sul paesaggio circostante, stanze per socializzare e moderne attrezzature per rendere la vita degli impiegati più piacevole. Costruì un impero basato sulla dignità delle persone e sui valori della cultura. Criticato da molti per tali innovazioni, furono invece questi alcuni dei motivi che fecero della sua impresa un successo mondiale. Gli operai e gli impiegati diventarono parte del suo progetto e il loro entusiasmo si tradusse in aumentata produzione. La Olivetti divenne la struttura più moderna d’Italia ed è stata dichiarata dall’UNESCO sito del patrimonio culturale.

 

Le grandi invenzioni nascono raramente dal nulla; anche Leonardo, quando inventava i prototipi per il volo, non ebbe la fortuna di vedere le sue opere realizzate, solo molto più tardi i suoi sogni vennero realizzati con tecnologie che allora non erano disponibili.

 

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La macchina da scrivere esisteva già nel 1911 ed era prodotta dalla Olivetti ad Ivrea, in provincia di Torino. La M1 pesava ben 17 Kg ed era troppo difficile da usare in larga scala nelle industrie. Fu il desiderio di Adriano a spingere Marcello Nizzoli a disegnare la “Lettera 22”, quella che è rimasta il caposaldo della Olivetti: una macchina capace di soddisfare i bisogni della classe intellettuale, degli artisti, delle segretarie e dell’uomo comune. Senza questa invenzione musicisti, scrittori, artisti avrebbero avuto enormi difficoltà a mettere su carta i loro lavori. E non bisogna dimenticare che la tastiera del computer moderno è basata sulla struttura della “Lettera 22”. Ma tutto ciò non bastava ad Adriano Olivetti, che intuì i limiti di quella invenzione e basandosi sugli studi del fratello Dino, che lavorava in Connecticut, cominciò a lavorare sulla tecnologia che avrebbe portato al primo Personal Computer della storia. Fu ancora il desiderio di rendere la tecnologia accessibile a tutti che spinse Adriano a perseguire l’idea di quello che sarebbe diventato il PC portatile di oggi. Purtroppo la realizzazione di quella meravigliosa macchina avvenne dopo la sua morte. Il primo computer da scrivania del mondo fu presentato nel 1965 alla fiera di New York, creato dall’ingegnere Piergiorgio Perotto e i suoi collaboratori che lo avevano realizzato nei laboratori della Olivetti.

 

Un PC è composto da un’Unità di Elaborazione Centrale (CPU, Central Processing Unit), e da varie periferiche che lo rendono più facile da usare. Il Sistema Operativo (Software) aiuta l’utente a fare ciò che la vecchia Olivetti faceva, scrivere o ad eseguire calcoli che prenderebbero un tempo lunghissimo (grafici, progettazione ecc.).

 

Ci vollero 15 anni a Steve Jobs e Bill Gates per arrivare alla manifattura di PC capaci di essere utilizzati da tutti e in tutte le lingue.

Adriano Olivetti morì in circostanze misteriose: fu colto da un infarto mentre viaggiava in treno verso la Svizzera. Non fu fatta alcuna autopsia, rendendo la sua morte ancora più misteriosa, alimentando le teorie di complotto che coinvolgevano i Servizi Segreti degli USA ed altri, elevando così il carisma mitologico della sua persona. Durante il suo funerale l’ufficio fu saccheggiato ed un prototipo del Programma101 (Computer da scrivania) fu rubato.

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