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A Napoli un largo dedicato agli esuli di Istria, Fiume e Dalmazia

Lo spazio all’ingresso di Porta Miano del Real Bosco di Capodimonte. Proprio dove, dal dopoguerra, fu accolto con straordinaria generosità chi scappava dalla Jugoslavia.

Giorno del Ricordo

NAPOLI (Rainews.it) – Lontani dalla propria terra d’origine, stipati in baracche di lamiera, gelide d’inverno, bollenti d’estate. È nel racconto di Paolo Roitz, esule da Fiume, il senso più profondo dell’intitolazione agli Esuli di Istria Fiume e Dalmazia del largo all’ingresso di Porta Miano del Real Bosco di Capodimonte. Per anni – un periodo che si estende dal 1947 al 1992 – una parte di coloro che erano fuggiti dalla Jugoslavia dopo la seconda guerra mondiale calpestò queste pietre per raggiungere le proprie baracche. Una sistemazione di fortuna, nella quale però si svilupparono esperienze e rapporti umani. Si sviluppò, soprattutto, un inatteso legame tra le persone accolte e quelle del luogo. Lo ricorda anche il professor Diego Lazzarich, delegato per Napoli dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia, tra i principali artefici dell’intitolazione: “Decine di testimonianze – spiega – svelano come l’accoglienza dei napoletani fu straordinaria. Non a caso tanti degli esuli hanno poi deciso di continuare a vivere qui”. Alla cerimonia ha preso parte anche il sindaco Gaetano Manfredi, che ha sottolineato come la condivisione della memoria, oltre le polemiche, sia il fondamento della democrazia. Toccante la lettera di Claudio Antonelli, fratello dell’attrice Laura, con cui trascorse l’infanzia a Capodimonte: “Mia madre – ha scritto – al mercato non aveva i soldi per acquistare un bene. Le fu regalato”. Perché Napoli è anche questo: tendersi una mano
l’un l’altro.

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