GENOVA – Una videoproiezione 3D del nonno materno di Papa Francesco, Francesco Sivori, accoglie i visitatori del nuovo Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana (Mei) inaugurato l’11 maggio scorso a Genova alla Commenda di San Giovanni di Prè. “La scelta su dove collocare il Museo nazionale dell’emigrazione Italiana (Mei) non poteva che ricadere su Genova per quello che ha rappresentato nella storia dell’emigrazione italiana”.
Lo ha affermato il Ministro della Cultura Dario Franceschini in occasione dell’inaugurazione del Mei, che poi ha aggiunto: “Un luogo unico, pieno di multimedialità per rivivere le speranze, i dolori e i sacrifici degli immigrati italiani, storie che non possono essere dimenticate e che vanno tramandate alle future generazioni”.
“La prima volta che sono andato a Ellis Island molti anni fa ho potuto incontrare le storie straordinarie degli emigrati italiani, ho pensato subito come mai in Italia non c’era un luogo come quello – ha ricordato Franceschini -. E mi sono messo ad approfondire la storia un po’ sfortunata e accidentata della realizzazione del museo dell’emigrazione al Vittoriano che non è mai veramente decollato, quindi abbiamo pensato che lo Stato italiano dovesse creare un luogo importante all’altezza delle storie straordinarie dei nostri emigrati, e la scelta non poteva che ricadere su Genova”. Per la vicepresidente del Parlamento europeo, Pina Picierno, il nuovo museo “è un tassello per la memoria collettiva del Paese”.
La struttura si sviluppa su 2.800 metri quadrati su tre piani ed è suddivisa in 16 aree tematiche. Sono oltre 200 le storie di emigrazione raccolte all’interno del Mei, 1.300 le immagini d’archivio. I visitatori possono interagire con spazi e oggetti vivendo esperienze virtuali a 360 gradi, consultabili oltre 5 milioni di documenti di viaggio di emigrati italiani.