SI SA, LA DOMENICA SI STA TUTTI INSIEME IN FAMIGLIA INTORNO ALLA TAVOLA IMBANDITA. CI SI RITROVA PER MANGIARE, RIDERE E PARLARE. IN COLLABORAZIONE CON IL RISTORANTE LA MOLISANA, VI PROPONIAMO UNA RICETTA SFIZIOSA CHE POSSA ESSERE CONDIVISA DA TUTTA LA FAMIGLIA!
Baccalà fritto in pastella
La pastella classica è fatta con acqua e farina. Ma basta aggiungere un po’ di lievito e zucchero per dare al fritto consistenze e aromi diversi come per il baccalà fritto in pastella.
Tempo: 20min + 2h di riposo
Il baccalà fritto in pastella è un piatto molto amato in tutta Italia, ma che viene cucinato specialmente al sud. Questo piatto è una deliziosa alternativa alla classica frittura di pesce e sicuramente lascerà i vostri ospiti soddisfatti e appagati, può essere servito come antipasto o come secondo piatto con maionese e altre salse a piacere, accompagnato da una fresca insalata. La pastella che abbiamo preparato per questa ricetta, consistente e saporita, con lievito di birra e zucchero è adatta per il pesce e per preparare frittelle di formaggio.
Ingredienti (4-6 persone)
PER LA PASTELLA: 200 g farina; 10 g zucchero semolato; 10 g lievito di birra fresco.
PER IL FRITTO: 10 trancetti di filetto di baccalà dissalato puliti ma con la pelle; olio di arachide; sale.
Procedimento
PER LA PASTELLA
Sciogliete il lievito di birra, sbriciolato, in 250 g di acqua tiepida. Raccogliete in una ciotola lo zucchero e la farina, mescolateli, fate una cavità al centro e versatevi l’acqua con il lievito; amalgamate fino a incorporare bene tutti gli ingredienti, con l’aiuto di una frusta, quindi coprite con un canovaccio e lasciate riposare per circa 2 ore.
PER IL FRITTO
Immergete i trancetti di baccalà nella pastella, che si sarà un po’ gonfiata, e friggeteli tuffandone pochi alla volta nell’olio a 170 °C. Lasciateli cuocere e dorare per circa 5 minuti, quindi scolate su carta da cucina. Salate leggermente prima di servire.
(Fonte: lacucinaitaliana.it/Foto: Riccardo Lettieri/lacucinaitaliana.it)
SOAVE (Veneto)
L’area di produzione dei vini Soave DOC si trova in provincia di Verona, sotto i monti Lessini, al confine con la provincia di Vicenza. Tale zona rappresenta uno dei comprensori viticoli italiani a più alta densità di coltivazione della vite. Il territorio di Soave costituisce un comprensorio unico nel suo genere per la specifica identità legata all’origine vulcanica dei suoli. I terreni tufacei basaltici di origine vulcanica dei rilievi collinari della zona costituiscono un suolo ideale per la coltivazione della Garganega. Il territorio di Soave era già in epoca romana noto per la sua buona posizione e per l’intensità delle coltivazioni. La pergola veronese è la forma di allevamento maggiormente utilizzata nella zona del Soave, in quanto è in grado di garantire una protezione ottimale dei grappoli sia dai raggi solari, in particolar modo nelle annate calde sia dalla grandine e permette di tenere in costante controllo visivo i singoli grappoli.
L’uva Garganega non possiede un’aromaticità spiccata ma un piccolo patrimonio di profumi di cui la mandorla e i fiori bianchi sono i più nitidi. Il Trebbiano di Soave, storicamente molto presente nei vigneti, seppure in quantità limitata è essenziale per caratterizzare i vini della denominazione. La sua presenza favorisce la sapidità e vivacità, nonchè la struttura e la densità tipiche della Garganega.
Nei vini i sentori prevalenti sono quelli fruttati, floreali e speziati (cannella), arricchiti da note di ciliegia e mandorla. L’ottima intensità e la pienezza gustativa sono caratteristiche peculiari di questi vini e quindi strettamente riconducibili alle caratteristiche fisiche e minerali proprie dei suoli di origine vulcanica del Soave.
Il sito della SAQ indica che in questo momento i SOAVE disponibili in succursale e online siano oltre una ventina, con i prezzi che variano tra i 11,95$ e i 60,25$. Per l’importazione privata, scrivete a infocommandes.privees@saq.qc.ca per sapere quali altri SOAVE sono importati e da quali agenzie.
(fonte: quattrocalici.it/Foto: SAQ)