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Frittata di spaghetti alla carbonara (Centro Italia) e Bardolino (Veneto)

Si sa, la domenica si sta tutti insieme in famiglia intorno alla tavola imbandita. Ci si ritrova per mangiare, ridere e parlare. In collaborazione con il ristorante La Molisana, vi proponiamo una ricetta sfiziosa che possa essere condivisa da tutta la famiglia!

Frittata di spaghetti alla carbonara, il gusto della tradizione in una ricetta geniale, da consumare appena pronta oppure da preparare in anticipo e portare in una gita fuori porta

 

Frittata di spaghetti alla carbonara

Tempo: 30min

Ingredienti: (4 persone porzioni) 250 g spaghetti lessati; 150 g guanciale; 100 g latte; 50 g Pecorino Romano Dop; 50 g Parmigiano Reggiano Dop; 8 uova; sale; pepe.

 

Procedimento

Per la ricetta della frittata di spaghetti alla carbonara, sbattete le uova con il latte, il pecorino e il parmigiano grattugiati, sale e pepe. Unite al composto gli spaghetti lessati. Tagliate a pezzetti il guanciale e rosolatelo per 3-4 minuti, finché non sarà leggermente croccante. Eliminate gran parte del grasso, tenendone solo un po’ nella padella insieme al guanciale. Versatevi quindi il composto di uova e spaghetti. Cuocete a fuoco dolce per 10-12 minuti, poi voltate la frittata con l’aiuto di un piatto e cuocetela dall’altro lato per ancora 4-5 minuti. Caratteristiche: il plus della cottura classica in padella è sicuramente il sapore. La rosolatura con il grasso del guanciale, per quanto  condotta a fuoco dolce, formerà una crosticina molto ghiotta. È opportuno voltare la frittata per rosolarla anche dall’altro lato. (fonte e immagine: lacucinaitaliana.it)

 

 

Bardolino (Veneto)

Il vino Bardolino ha origini molto antiche. Grazie le caratteristiche del territorio, infatti, la vite è presente nell’area bardolinese da tempi lontanissimi; il ritrovamento dei semi di Vitis Silvestris, appartenenti all’età del bronzo, lo dimostra. La produzione del vino nell’antichità, invece, è testimoniata da reperti di epoca romana, quali coppe e altri recipienti, che erano adoperati in occasione di cerimonie e riti religiosi. E fu solamente nel XIX secolo che il vino prodotto in questi territori venne identificato chiaramente con il nome di “Bardolino”. Nel 1968, fu riconosciuta la denominazione di origine controllata (DOC); definendo l’area di produzione del vino Bardolino. Essa comprende sedici Comuni del settore veneto del lago di Garda, che sono: Bardolino, Garda, Lazise, Affi, Costermano, Cavaion Veronese, Torri del Benaco, Caprino, Rivoli Veronese, Pastrengo, Bussolengo, Sona, Sommacampagna, Castelnuovo, Peschiera e Valeggio sul Mincio. I primi sei comuni elencati appartengono alla cosiddetta “zona classica”, quella di più antica tradizione; solamente i vini prodotti qui possono fregiarsi della denominazione “Bardolino Classico”. Alla produzione vinicola concorrono diversi tipi di uve, ma il vitigno più importante è la Corvina Veronese, una varietà autoctona della zona del Bardolino, che ha una straordinaria capacità di adattamento ai diversi suoli della riva veronese del lago e del suo entroterra.

 

Il disciplinare del 2018 prevede che l’uso minimo della Corvina sia del 35%, fino a un massimo del 95% sul totale dell’uvaggio. L’impiego della Rondinella, altro vitigno autoctono veronese, è invece obbligatorio nella misura minima del 5% e massima del 40%. Possono poi essere presenti altri vitigni a bacca rossa coltivati localmente, tra cui la Molinara (anch’esso vitigno autoctono) o il Corvinone, fino a un massimo del 20% del totale. (fonte: visitbardolino.it, foto SAQ)

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