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Herpes Zoster, ‘Shingles Awareness Week’ per informare sui rischi

(Adnkronos) – Dal 27 febbraio al 5 marzo torna la ‘Shingles Awareness Week’, settimana globale per aumentare la comprensione dell’impatto dell’Herpes Zoster, il cosiddetto Fuoco di Sant’Antonio, sulla vita delle persone e dei pazienti fragili e favorire il confronto sui rischi e sulle complicanze di questa patologia che si può prevenire. Promossa in tutto il mondo da GlaxoSmithKline (Gsk) in collaborazione con l’International Federation on Ageing (Ifa), e in Italia con il patrocinio di Italia Longeva, nella seconda edizione l’iniziativa trova un Paese più attento al tema della prevenzione e più incline ad approfondire i rischi della patologia, ma ancora poco informato.  

In un sondaggio condotto da Ipsos in Italia su 300 persone tra i 40 e i 75 anni – riferisce Gsk – emerge che c’è ancora poca consapevolezza sul Fuoco di Sant’Antonio: il 47% del campione non conosce la serietà della patologia e solo uno su due sa che il dolore debilitante è uno dei sintomi principali. Nonostante ciò, la maggior parte dei partecipanti (64%) riconosce che l’impatto dell’Herpes Zoster sulla qualità di vita è “estremamente negativo”. Proprio per sottolineare il fatto che questa patologia dolorosa e invalidante può essere prevenuta, il tema della Shingles Awareness Week 2023 è ‘Accendi le tue passioni, non farti fermare dal Fuoco di Sant’Antonio’.  

Il virus che causa l’Herpes Zoster è quello della varicella-zoster, che causa la varicella, ricorda una nota. Oltre il 90% degli adulti sopra i 50 anni ha già contratto il virus e un adulto su tre svilupperà la malattia nel corso della sua vita. Ecco perché è importante essere consapevoli dei possibili rischi e confrontarsi con il proprio medico per conoscere quali strumenti di prevenzione sono oggi disponibili e cosa si può fare per ridurre il rischio di sviluppare il Fuoco di Sant’Antonio. “L’Herpes Zoster, recrudescenza del virus della varicella avuta da bambini, quando si ripresenta in età adulta aggredisce i nervi, soprattutto in quei soggetti, come gli anziani, che hanno un’immunità deficitaria o un quadro di fragilità per la presenza di comorbidità – afferma Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva – La malattia peggiora fortemente la qualità di vita di chi ne è colpito e può avere esiti molto pericolosi se intacca alcuni punti critici come il nervo trigemino, provocando addirittura la cecità. A preoccupare è soprattutto la nevralgia post-erpetica, una complicanza che può manifestarsi a distanza di tempo causando dolori lancinanti lungo il nervo colpito, spesso non trattabili con i farmaci. Un modo per far sì che il Fuoco di Sant’Antonio non si accenda ed evitare tutte queste temibili sequele c’è ed è la vaccinazione”. 

Una particolare attenzione al tema della protezione dei pazienti fragili – prosegue la nota – è riservata alle persone affette da diabete mellito di tipo 1 e 2, per le quali la Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (Siti), l’Associazione medici diabetologi (Amd) e la Società italiana di diabetologia (Sid) hanno raccomandato, come si legge in un documento congiunto del 25 gennaio scorso, la “vaccinazione anti-Herpes Zoster con vaccino ricombinante adiuvato a partire dai 18 anni di età”, in aggiunta alle altre disponibili (antinfluenzale, anti- pneumococcica, anti-Sars-CoV-2, anti-meningococcica B e ACWY, anti-epatite B, anti-difterite tetano pertosse e anti-morbillo, parotite, rosolia e varicella). 

L’indagine Ipsos mostra inoltre che solo il 26% ha parlato col proprio medico dell’Herpes Zoster e degli strumenti di prevenzione e, fra i pazienti che soffrono di altre comorbilità e che sono immunodepressi per altre condizioni, il dato sale al 30%. Su una cosa concordano gli intervistati: per il 65% dovrebbe essere lo stesso medico a iniziare la discussione sulla malattia con il proprio paziente. “I vaccini ‘fanno vita’, ma non c’è consapevolezza, soprattutto tra gli anziani, di questa opportunità di prevenzione che aiuta ad invecchiare meglio – osserva Bernabei – Nel caso dell’Herpes Zoster, oggi abbiamo a disposizione un vaccino proteico ricombinante che si è dimostrato altamente efficace nell’impedire la malattia e le sue sequele, offerto gratuitamente ai 65enni e ai soggetti ad aumentato rischio, in base all’accesso regionale. Un motivo in più per valutare insieme al proprio medico di fiducia l’opportunità di vaccinarsi”. 

Sono molte le iniziative pubbliche che offrono opportunità di prevenzione gratuita sia alla popolazione con più di 65 anni sia alle persone fragili, attraverso progetti e campagne di vaccinazione. Tra queste, l’Open day organizzato dal Policlinico universitario A. Gemelli Irccs di Roma per giovedì 2 marzo, quello del 28 febbraio al Centro vaccinale dell’Ospedale San Giuseppe Moscati di Avellino e, sabato 4 marzo, a Milano presso il Grande Ospedale Metropolitano Niguarda. A questi appuntamenti si aggiungono le iniziative di chiamate attive alla vaccinazione anti-Herpes Zoster, promosse da diverse aziende sanitarie a livello locale per coloro che hanno più di 65 anni, come quelle previste in Lombardia dalla Asst Valle Olona e in Veneto dall’Azienda Ulss 8 Berica. 

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