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Carceri, “allarme carenza infermieri”: sindacato chiede intervento Piantedosi

(Adnkronos) – Il sindacato infermieri Nursing Up segnala “dati allarmanti sulle carenze di personale sanitario nelle carceri italiane”. Da “un significativo report che emerge dalle denunce raccolte negli ultimi mesi dagli stessi protagonisti”, risultano “numeri drammatici” che “indicano le lacune di strutture come il carcere di Milano Opera, con 600 detenuti e soli 31 infermieri. Turni dove a volte sono in servizio anche due soli professionisti”. Un quadro di fronte al quale, sostiene il presidente della sigla Antonio De Palma, “urge un intervento del ministro degli Interni”, Matteo Piantedosi, “per comprendere realmente cosa stia accadendo nelle nostre carceri”.  

Inoltre, aggiunge, “chiediamo ulteriori report dettagliati, anche nelle altre case di detenzione italiane, che possano mettere in luce le drammatiche realtà dei fatti e che rappresentino una forma di tutela. Sia per gli operatori sanitari impegnati ogni giorno a contatto con i detenuti, sia per gli stessi soggetti che stanno scontando una pena, bisognosi di essere supportati da personale sanitario numericamente adeguato ai propri fabbisogni”.  

“I dati – afferma De Palma – indicano chiaramente che siamo di fronte, per certe realtà carcerarie, a una sproporzione enorme: professionisti che devono affrontare la super affollata realtà dei nostri detenuti e sono costretti, in strutture di massima sicurezza come” appunto “il carcere di Opera, a fronteggiare le problematiche di salute, nonché psicologiche (dipendenze, autolesionismo, aggressività), di ben 600 reclusi, laddove gli infermieri sono addirittura rimasti solo in 31 rispetto ai 56 previsti, di per sé davvero già insufficienti”. Ma “non va meglio a Milano San Vittore (17 infermieri), a Bollate che ha appena 8 infermieri, o in realtà come il Beccaria”, sempre a Milano, “dove ci sono le complesse problematiche dei minorenni, a fronte di due soli infermieri”.  

Numeri destinati a peggiorare, prospetta il presidente di Nursing Up, considerando che “le direzioni carcerarie rendono noto di dimissioni a raffica, negli ultimi mesi, da parte del personale sanitario che non si sente adeguatamente tutelato, in particolare medici, alle prese con tentate aggressioni, continui tentativi di suicidi da parte dei detenuti e disagi mentali di questi ultimi”.  

“Seguendo il trend negativo della carenza della sanità pubblica, naturalmente – rimarca De Palma – i professionisti che si allontanano non vengono adeguatamente rimpiazzati. E non è facile, in queste situazioni, convincere altri colleghi ad accettare incarichi così delicati, dove gli operatori sanitari sono così esposti e così poco tutelati. Di conseguenza, gli infermieri, spesso giovani e ai primi incarichi, restano soli e ingabbiati in tunnel bui, pieni di ostacoli, che diventano per loro insuperabili, nonostante gli sforzi profusi, senza un indispensabile supporto da parte delle istituzioni”. 

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