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Russia-Ucraina, Putin per ora sta perdendo la guerra all’Europa

(Adnkronos) – Dieci mesi di guerra all’Ucraina. Quella che doveva essere un’operazione speciale lampo si è impantanata in un conflitto di posizione. Vladimir Putin è un’altra volta di fronte a un bivio: prendere atto della realtà e predisporsi a un negoziato serio per arrivare prima a una tregua e poi alla pace oppure lanciare una nuova larga offensiva per provare un’altra volta a piegare la resistenza di Volodymyr Zelensky, sempre sostenuto dal fronte Occidentale che tiene insieme Europa e, soprattutto per quanto riguarda armi e denaro, gli Stati Uniti.  

Gli analisti si dividono, tra chi prevede una nuova accelerazione della guerra nei primi mesi del 2023 con la Russia sempre convinta di poter ottenere il risultato pieno, l’annessione di più territorio ucraino possibile, e chi, al contrario, ritiene che ci siano gli elementi per pensare che il costo dell’offensiva stia diventando sempre più insostenibile anche per Putin. Difficile andare oltre con le previsioni.  

Si possono però registrare alcuni segnali. Il primo si può cogliere nelle parole del capo del Cremlino. Ha usato per la prima volta in pubblico la parola guerra e l’ha usata per dire che l’obiettivo di Mosca è quello di chiudere la guerra con l’Ucraina. Vuol dire tutto e il contrario di tutto, ovviamente. Perché la guerra si può chiudere con una vittoria che costringa alla resa o con una trattativa.  

Un altro elemento significativo lo riporta il Wall Street Journal. Secondo il quotidiano americano, intorno al 24 febbraio 2023, la squadra del presidente ucraino Volodymyr Zelensky intende presentare un piano di pace. I diplomatici europei e ucraini starebbero attualmente riempiendo il piano di contenuti concreti che proporrebbero nel primo anniversario dell’invasione russa. Anche su questo fronte, non vuol dire che l’obiettivo della pace passi per una riduzione dell’intensità della guerra. Perché Kiev vuole prepararsi a possibili negoziati di pace, avendo ottenuto vittorie militari capaci di cambiare gli equilibri al tavolo. 

Poi, c’è il peso della guerra economica, che finora è stata simmetrica rispetto a quella militare. E i dati dicono che i piani di Putin erano diversi rispetto a quello che la situazione in Russia, e soprattutto in Europa, dimostrino. Le armi dell’energia, gas e petrolio, avrebbero dovuto essere il deterrente capace di limitare in una prima fase il sostegno all’Ucraina. E non è stato così. A più lungo termine, il ricatto operato giocando con i rubinetti delle forniture avrebbe dovuto far salire la tensione fino a livelli insopportabili, costringendo l’Europa a un passo indietro per salvarsi dal rigido inverno. Anche in questo caso, non è stato così. L’acquisto di gas altrove, gli interventi sui mix delle fonti energetiche, la riduzione dei consumi e ora anche il tetto al prezzo del gas, poco utile nell’applicazione concreta ma comunque un fattore per l’andamento delle quotazioni, hanno spuntato le armi economiche in mano a Putin. Nello stesso momento, l’economia russa, che pure sta calando a un ritmo meno intenso del previsto, sta vedendo comunque compromessa ogni prospettiva i sviluppo futuro, con i russi che si stanno impoverendo, tutti, settimana dopo settimana.  

Questo scenario autorizza a sostenere che, se l’esito della guerra con l’Ucraina è ancora totalmente incerto, Putin per ora sta perdendo la guerra con l’Europa. Per ora, perché i problemi non sono risolti e se in conflitto dovesse durare a lungo le criticità maggiori si potrebbero avere durante l’inverno 2023-2024. (di Fabio Insenga) 

 

 

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