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Covid Italia, Fiaso: +4,6% ricoveri ma calo in rianimazioni

(Adnkronos) –
Rallenta la risalita dei ricoveri Covid in Italia. In una settimana il numero di pazienti ha subito un incremento lieve, pari al 4,6%, “decisamente inferiore” rispetto al ritmo di crescita registrato nelle scorse settimane (+15% il 6 dicembre e + 19,5% il 29 novembre). A fare il punto sull’andamento è la rilevazione degli ospedali sentinella aderenti alla rete Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere) del 13 dicembre, che segnala anche un calo dei pazienti nelle terapie intensive. 

Nella settimana monitorata ad aumentare sono infatti solo i ricoveri nei reparti Covid ordinari, +5,2%, mentre nelle terapie intensive si assiste a una riduzione del numero dei pazienti, -7,9%. “In rianimazione, tuttavia, continua a preoccupare l’alta percentuale di pazienti che non hanno mai ricevuto nemmeno una dose di vaccino: i no-vax sono il 34% del totale dei ricoverati e hanno un’età media di 59 anni, più bassa rispetto ai vaccinati che hanno invece in media 71 anni”, segnala il report Fiaso. 

Complessivamente, quello che emerge dalla rilevazione è che “nei reparti ospedalieri il 64% dei ricoverati con infezione da Sars-CoV-2 rientra nella categoria ‘con Covid’, cioè pazienti che sono arrivati in ospedale per la cura di altre patologie, sono positivi al virus ma non hanno sintomi respiratori e polmonari. Di contro, solo il 36% è ricoverato ‘per Covid’, cioè perché ha sviluppato la malattia da Covid con sindromi respiratorie e polmonari”.  

Resta stabile il numero dei pazienti minori di 18 anni ricoverati nei quattro ospedali pediatrici e nei reparti di pediatria degli ospedali della rete sentinella Fiaso. Due pazienti sono ricoverati ‘con Covid’ in terapia intensiva nella fascia 0-6 mesi con rilevanti altre patologie. Il 50% dei pazienti è di età compresa tra 0 e 4 anni. 

MIGLIORE: “CONVIVERE CON ENDEMIA” – Sul fronte Covid, gli ospedali italiani si trovano in una “nuova fase dell’assistenza in cui la pandemia si è trasformata ormai in endemia, con la quale dobbiamo convivere. I ricoveri nelle ‘bolle’ ci consentono di lasciare liberi i posti letto dei reparti specialistici di Malattie infettive per i pazienti con sindromi respiratorie e polmonari”, sottolinea il presidente della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso), Giovanni Migliore. 

Secondo il report, la maggioranza dei pazienti Covid ad oggi “è costituita da chi è affetto da altre malattie, ma è stato trovato positivo al virus e deve dunque essere isolato rispetto agli altri degenti”. La rilevazione effettuata negli ospedali sentinella evidenzia come “il 69% dei pazienti ‘con Covid’, cioè arrivati in ospedale per la cura di altre patologie e trovati incidentalmente positivi al tampone pre-ricovero senza sintomi respiratori e polmonari, sono ricoverati nelle cosiddette bolle”, stanze di isolamento nei reparti ordinari non Covid. “Grazie ai modelli organizzativi adottati dalle aziende sanitarie negli ospedali, frutto dell’esperienza maturata in due anni di pandemia, possiamo gestire con tranquillità i casi Covid – evidenzia Migliore – In particolare, grazie alle bolle che molti ospedali hanno organizzato nelle corsie di degenza possiamo offrire assistenza ospedaliera specializzata direttamente nei reparti di riferimento a chi è positivo, ma non ha la malattia da Covid con i tipici sintomi respiratori”. 

“Un paziente che si deve curare o essere operato per una frattura ed è positivo al Covid non transita in Malattie infettive, ma va in Ortopedia; uno con uno scompenso cardiaco in Cardiologia e così via. Il tutto, ovviamente, nel massimo rispetto dei protocolli anti-contagio”, dice il presidente Fiaso. In una nota si spiega che il modello di gestione Covid elaborato da Fiaso “si basa su regole semplici e chiare e in particolare per il paziente con Covid punta al cosiddetto isolamento funzionale”, ricorrendo a stanze dedicate o con il sistema a coorte con più pazienti che dividono la stessa area con bagno comune, sempre in zone che non siano di transito. “Ovviamente è importante che in queste aree ci sia adeguata ventilazione – rimarca Migliore – e che ci sia una anti-stanza che consenta al personale di vestirsi prima di entrare e di spogliarsi all’uscita e per le consulenze è lo specialista ad andare al letto del paziente e non il contrario”.  

 

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