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Record d’investimenti per software AI per diagnosi ultra-rapide

(Adnkronos) – L’evoluzione dell’intelligenza artificiale nel campo medico corre veloce e vince sul mercato. La piattaforma software V7, fondata da Alberto Rizzoli e Simon Edwardsson nel 2018, ha annunciato oggi a Chicago al meeting annuale dell’Rsna, Radiological Society of Nord America, di avere raccolto 33 milioni di dollari da parte di Radical Ventures e Temasek, il fondo di Singapore. Un record per la categoria di piattaforme dati e di addestramento per Ai. Il software rivoluzionario di V7 permette ad aziende di sviluppare intelligenze artificiali che imparano a leggere immagini mediche, diagnostiche, documenti e video ad un livello specialistico e professionale.
 

“L’intelligenza artificiale ci permette di immagazzinare e analizzare miliardi di informazioni, come quelle che produce il corpo umano, in maniera più precisa e rapida. Ma soprattutto senza che venga programmata a mano come prevedeva l’informatica che conosceva un tempo. Il software V7 è già usato da 30 aziende del settore biomedicale ed è presente ne 75% dei dispositivi approvati dall’Fda. L’obiettivo è quello di permettere all’Ai di essere più brava di qualunque medico, questo perché è in grado di assorbire una mole di dati enorme: sono 5mila i medici, tra cui i radiologi e patologi, che insieme hanno contribuito al banco di sapere di V7. Abbiamo già 300mila casi clinici difficili in cui l’intelligenza artificiale ha dato un contributo per poter arrivare ad una diagnosi”.  

Il software “inizia ad imparare a distinguere oggetti come pedoni in un video, organi sani e patologici in una risonanza magnetica con solo 30 esempi manuali, dopodiché continua il processo di addestramento in autopilota con l’aiuto di correzioni umane – spiega- Questa tecnologia é utilizzata soprattutto nel campo della prevenzione, poiché acquisendo i dati sanitari di un paziente, é in grado di prevedere la probabilità di sviluppo di una patologia d’organo”. I prossimi passi di V7 “sono quelli di avere più presenza su mercato Usa, che è quello principale per noi, ma c’è il filone della medicina degli ultrasuoni (ad esempio nelle mammografie) che si sta sviluppando”, prosegue Rizzoli. E l’Italia corre o rincorre nel campo dell’Ai in medicina? “Ci sono tanti cervelli specializzati in questo campo che dopo la pandemia stanno tornando in Italia – osserva Rizzoli – siamo ancora un po’ indietro rispetto agli Usa ma anche nel nostro Paese è un settore in sviluppo”.  

Qual’è il segreto di V7? “E’ capace di connettere milioni di dati che riguardano l’organismo di un paziente, che vanno dal cuore al cervello ai polmoni, con una visione olistica. Il prossimo passo sarà avere sensori connessi al corpo, da cui capire in tempo zero come sta la persona che li indossa. Nelle mani giuste, l’Ai é in grado di rivelare milioni di diagnosi, salvando vite umane”. La sua implementazione va dalla diagnostica, al manifatturiero, dall’agricoltura tecnologica all’industria 4.0. Il nome V7 deriva dalle aree della corteccia visiva umana (composta da aree V1 fino a V6), e propone quindi una ipotetica settima regione per i computer.  

“Nel 2022 il fatturato di V7 é triplicato. Tra le aziende che sviluppano Ia tramite V7 ci sono Ge Healthcare, Huawei, Mit, Siemens, e centinaia di altre che si occupano di veicoli autonomi, robot per lo smaltimento di rifiuti radioattivi, robot chirurghi, ed altri dispositivi autonomi sia in rete che nel mondo fisico. Dal 2020 il 95% dei clienti nella categoria Business di V7 sono rimasti iscritti alla piattaforma, che ormai racchiude oltre 1 petabyte di dati di istruzione permettendo la comprensione di centinaia di scenari di lavoro”, conclude l’azienda.  

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