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Alla ricerca delle radici antiche della narrazione, al via Festival Morgana

(Adnkronos) – Sarà un Festival di Morgana, questa edizione numero 47, che si lascerà cullare e incantare da racconti e affabulazioni di terre lontane. L’antica Persia, l’Egitto, Israele: terre che per la narrazione sono insieme radici e ali. Da questi luoghi remoti e misteriosi spesso si sono infatti diffusi racconti in forma scritta e orale che hanno sorvolato tempi e spazi, fino ad approdare a noi con le ali d’oro della narrazione, fino a diventare un’unica storia universale.“Questa nuova edizione del Festival di Morgana scava nelle profondità di racconti e storie che, riproposti instancabilmente in tempi e spazi talvolta lontani, sono custodi di antichi saperi e al contempo catalizzatori e manifestazione aperta dei bisogni, delle paure, dei sogni e dei desideri di chi ancora una volta, o per la prima volta, vi si imbatte. Nel loro incessante rinnovarsi, nella loro capacità di accogliere e trasformarsi diventano luoghi pacificatori, capaci di contenere conflitti e tensioni nell’universo mitopoietico. È così che la ricerca delle radici diventa, con questa edizione del Festival di Morgana – commenta il direttore del Museo delle Marionette, Rosario Perricone – una ricerca di sé, attraverso e insieme all’Altro.  

Aprirà infatti il festival la narrazione orale persiana con le due pratiche narrative tradizionali del naqqali e del Pardeh-khani ma anche con una nuova creazione incentrata sul poema del poeta persiano Nezāmī; si prosegue con l’epica egiziana delle Cronache Bānū Hilāl, Al-Ṣīra al-Hilāliyya (riconosciuta dall’Unesco tra i patrimoni immateriali dell’umanità) fino a giungere a quella cavalleresca, con l’opera dei pupi e il cuntu, e il mito e la tragedia classici (Efesto, Perseo e Medusa) che rivivono, anche in riscritture critiche (Me_Dee). Repertori che rivivono nelle performance di narrazione e attraverso il teatro di tradizione e contemporaneo”. 

Un appuntamento irrinunciabile e ormai storico, Morgana, che si svolgerà dal 3 al 13 novembre a Palermo: insieme al Museo delle Marionette Antonio Pasqualino – centro operativo e di spettacolo – i luoghi del festival saranno anche la Chiesa di S. Mattia Apostolo dei Crociferi, la Chiesa SS. Euno e Giuliano e l’Istituto scolastico Rita Borsellino di Piazza Magione. Si parte giovedì 3 novembre alle 11 proprio dal Museo delle Marionette, con lo spettacolo per burattini e attori El hombre cigüeña, della compagnia spagnola Titiriteros de Binéfar, in collaborazione con l’Istituto Cervantes di Palermo. 

Nella periferia della città si trova uno stagno circondato dalla vegetazione, dove vivono anatre, rane, libellule e una cicogna che pesca. Un gruppo di bambini vi si reca per giocare, ma anche per osservare la vita, per vedere gli anatroccoli appena nati, come nuota la tartaruga e come la lepre scappa dalla volpe che la insegue.Un bel giorno però arrivano le auto, che distruggeranno tutto per costruire una super urbanizzazione di lusso. I bambini cercano di fermarli, ma… La storia è raccontata da due artisti di strada che sanno bene cosa è successo. Dalla Spagna alle suggestioni dell’antica Persia, il pomeriggio prosegue ancora al Museo delle Marionette dove, alle 18.30, si terrà il seminario Fārsi shirin ast. Il persiano è dolce. Poesia, musica, narrazioni della tradizione persiana, moderato da Ignazio Buttitta, con Giovanni De Zorzi, Piero Grassini, Daniela Meneghini, Gioele Zisa. 

Poesia, musica e narrazione sono intrecciate in un’unica trama nel mondo persiano. Questo seminario analizza tali relazioni non solo nella produzione letteraria e musicale colta, ma anche nelle forme di narrazione popolare. Il cuore tematico dell’incontro è rappresentato da una delle opere più affascinanti del poeta persiano Nezāmi Ganjavi intitolata Khosrow e Shirin dove poesia e musica si richiamano vicendevolmente. A seguire, dalla teoria alla pratica con Naqqāli: Storia di Rostam e Sohrāb, con il naqqal (narratore) Mojtaba Hassan Beigi e Eshag Chegini, percussionista e suonatore di ney (Iran).  

In scena il naqqāli, un’antica forma di narrazione orale iraniana nella lista dei patrimoni immateriali dell’umanità dell’UNESCO. Il naqqāl (il contastorie) narra le storie epiche preislamiche tratte da uno dei capolavori della letteratura persiana, lo Shāhnāmeh (Il libro dei re), poema epico composto nel X sec. da Abul-Qasem Ferdowsi. Le esibizioni avevano, e in parte hanno ancora, luogo nei caffè. Qui i contastorie stanno in piedi su una piattaforma (sardam) in mezzo al pubblico intento a sorseggiare tè, fumare la pipa ad acqua e a conversare. Le pareti dei caffè sono ricoperte di dipinti con soggetti a tema religioso, in particolare del ciclo del massacro di Karbala o delle vite degli Imam, o con scene tratte dallo Shāhnāmeh o da altre storie epiche. La performance inizia con la recitazione cantata di passaggi poetici di autorevoli compositori della ricca tradizione letteraria persiana. Si tratta di poesie di contenuto mistico, in cui è lodata l’onnipotenza di Dio, quale fonte unica d’amore e conoscenza. Segue la narrazione in prosa della storia (dāstān), tradizionalmente a puntate, intervallata da composizioni poetiche cantate. 

Durante la narrazione il naqqāl impiega tutte le sue abilità performative per mantenere costante l’interesse e l’attenzione del pubblico. Egli modula la voce, cambiando intonazione in base al personaggio che interpreta o alle emozioni che vuole esprimere. Riproduce la frenesia dei campi di battaglia, il suono dello sferragliare delle spade e dello scoccare delle frecce. La prossemica gioca un ruolo importante insieme ai gesti e alle espressioni facciali. Il naqqāli messo in scena in questa occasione, La battaglia di Rostam e Sohrāb, è certamente la storia più amata dai naqqāl e dal loro pubblico e uno degli episodi più tragici dello Shāhnāmeh. Rostam giunge in una città nel regno nemico di Turan, dove viene però ricevuto generosamente dal re locale. Di notte la bella principessa Tamianeh entra nell’alloggio dell’ospite e i due passano la notte insieme. La donna rimane incinta di un figlio che viene chiamato Sohrāb. Quando Sohrab cresce, decide di andare in Iran con un esercito con la speranza di incontrare e conoscere il padre, ma gli iraniani nascondono l’identità di Sohrāb a Rostam. In diversi combattimenti consecutivi, padre e figlio lottano corpo a corpo. Nel combattimento finale, Rostam getta a terra Sohrāb e conficca il suo pugnale nel suo fianco. Il morente Sohrāb dice che suo padre Rostam lo vendicherà. A quel punto, Rostam capisce chi è Sohrāb rendendosi conto di aver ucciso il proprio figlio. Venerdì 4 novembre, ancora al Museo, alle 17, si torna in Sicilia e al tempo stesso si fa un viaggio, con lo spettacolo di opera dei pupi siciliani La vendetta di Bradamante della Compagnia Brigliadoro. 

Spirano venti di guerra. L’esercito di Agramante vuole conquistare Roma per poi impossessarsi della Francia. Papa Adriano è preoccupato, e manda una lettera a Carlo Magno per spiegargli la situazione. Il sovrano invia Ruggiero a Roma per rassicurare il pontefice. Una notte, nel viaggio di ritorno per la Francia, il paladino chiede ospitalità in un castello, dove un covo di traditori gli dà la morte. La notizia arriva in Francia e Bradamante, disperata, giura vendetta. Un’ora dopo, alle 18, la tipica narrazione siciliana raggiunge le antiche terre lontane di cui è imbevuta questa edizione di Morgana con il cuntu Marfisa, l’imperatrice di Persia, di e con Enzo Mancuso. Marfisa nasce dall’amore di Ruggiero di Risa e Galiacella, guerriera pagana, figlia di Agolante e sorella di Almonte d’Asia e Troiano. Prima di morire, dopo tante peripezie, la donna partorisce Marfisa in un bosco, insieme a un fratello gemello. Quest’ultimo viene allevato dal mago Atlante; Marfisa dal re di Persia Miriante. La bambina cresce forte e valorosa fino a diventare imperatrice del Paese. Si allea con Agramante imperatore… ma gli eventi porteranno Marfisa a ritrovare e riconoscere il suo fratello gemello. Segue, alle 19 al Museo, la narrazione persiana Pardeh-khāni: Battaglia di Hazrat-e Abbās e Māred-ebn-e Sodaif, con Mojtaba Hassan Beigi, naqqal (narratore) e Eshag Chegini, percussionista e suonatore di ney. Alle 21, spazio invece a un’altra affascinante terra di racconti millenari: l’Egitto, con la narrazione Al-Ṣīra al-Hilāliyya. Cronache dei Bānū Hilāl, introdotta da Kawkab Tawfik. Con Ismaiel Abdelsamad Ismaiel Radwan (singer); musiche di Mohamed Shaker Ismail (rabāba), Mohamed Hussein Abouzid Hussein (ṭabla), Salem Atallah Ghamri Salem Hassane (duff, ḫāna). Chiude, alle 22, ​Khosrow e Shirin. Narrazioni, canti e musiche dal poema capolavoro di Nezāmī, con Giovanni Calcagno, musiche di Piero Grassini e Tito Rinesi. 

Sabato 5 novembre alle 17 si prosegue al Pasqualino con la replica dello spettacolo La vendetta di Bradamante della Compagnia Brigliadoro. Altra replica, alle 18 e ancora al Museo delle Marionette, del cuntu Marfisa l’imperatrice di Persia, di e con Enzo Mancuso. Spazio alla narrazione persiana, ancora al Museo, ma alle 19, con un altro naqqāli: Storia di Gordāfarid con Mojtaba Hassan Beigi, naqqal (narratore) e Eshag Chegini, percussionista e suonatore di ney.  

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