Il 21 ottobre sono stato a Montréal-Nord, con i miei colleghi, i parlamentari Emmanuel Dubourg, Rachel Bendayan e Angelo Iacono. Abbiamo fatto un annuncio fondamentale per la nostra città: l’entrata in vigore del blocco nazionale della compravendita delle pistole. Poche ore dopo, il Primo Ministro e il Ministro della Sicurezza Pubblica, Marco Mendicino, hanno ripetuto lo stesso annuncio a Vancouver. L’importazione, la vendita e il trasferimento di pistole sono ora vietati.
Sappiamo che le pistole non hanno posto nelle nostre Comunità o, francamente, in qualsiasi parte del Canada, a meno che non vengano usate dalla polizia o in un poligono di tiro. Sono montrealese. Ricordo dov’ero il 6 dicembre del 1989. Mi rendo conto fin troppo bene dei danni che le armi possono causare nelle nostre Comunità. Essere al sicuro significa anche sentirsi al sicuro. Ecco perché all’inizio di quest’anno ho sostenuto il mio amico, il Ministro Mendicino, e abbiamo depositato il disegno di legge C-21, che, oltre al blocco nazionale delle pistole, prevede le misure più significative da una generazione a questa parte per il controllo delle armi da fuoco. Nel C-21, aumentiamo le pene massime da 10 a 14 anni per i reati di contrabbando di armi da fuoco. Sosteniamo i servizi di Polizia nella lotta contro le bande armate, autorizzando le intercettazioni telefoniche per un maggior numero di reati legati alle armi da fuoco. Rafforziamo le leggi “bandiera rossa” («drapeau rouge») per prevenire la violenza domestica. Creiamo un nuovo reato penale, vietando di modificare il caricatore di un’arma per renderlo ancora più letale, con una pena che prevede fino a cinque anni di reclusione. Abbiamo anche vietato le armi d’assalto, concepite per i campi di battaglia.
Ci sono politici che affermano che le nostre misure sono eccessive. Ironia della sorte, di solito sono gli stessi che sostengono che siamo “morbidi con il crimine”. Vorrebbero che tollerassimo la paura in nome della Libertà. Noi crediamo che i canadesi debbano essere liberi. Liberi di passeggiare nel loro quartiere, liberi di mangiare in una terrazza, liberi di andare a scuola senza paura di essere colpiti da un proiettile. Non ci fermeremo fino a quando non sarà il caso. Lo dobbiamo alle vittime, ai sopravvissuti, agli attivisti, alla nostra comunità.
Un invito. Il 19 novembre 2022 organizzerò una tavola rotonda per la Comunità italiana di Montréal. Un’occasione per ritrovarci. Volete unirvi a noi? Inviate un’e-mail a david.lametti@parl.gc.ca per maggiori ragguagli.