(Adnkronos) – “Nei prossimi giorni invieremo al governo Meloni la proposta di costituire, con spirito di servizio, una task force dedicata ai rischi sistemici, che, senza il contributo dell’attuario, non potranno avere una gestione tecnico-scientifica ed efficiente”. A dirlo Tiziana Tafaro, presidente del Consiglio dell’Ordine degli Attuari, nel corso dell’evento organizzato per celebrare l’ottantesimo anniversario dell’Ordine professionale, dal titolo ’80 anni dell’Ordine degli attuari, un lunga storia proiettata nel futuro’.
Per rischi sistemici si intendono quelli che minacciano interi settori dell’economia, collettività, Paesi, governi: invecchiamento demografico, pandemie, catastrofi, guerre, danni ambientali, cambiamenti climatici. Valutatori dell’incertezza per professione, gli attuari mettono a disposizione del Paese la loro competenza nelle tecniche statistico-probabilistiche la gestione preventiva di questi grandi rischi.
Le nuove sfide che l’attuario sta portando avanti per il Paese sono possibili anche grazie a un numero di iscritti sempre in aumento, alla presenza di molti giovani (più del 50% degli iscritti ha meno di 45 anni) e a competenze che continuano ad ampliarsi anche grazie a una formazione tecnica allineata allo sviluppo della società”. A dirlo Roberta D’Ascenzi, presidente del Consiglio dell’Ordine nazionale attuari
Gli attuari sono tra i professionisti più ricercati sul mercato italiano e internazionale, con un tasso di disoccupazione prossimo allo zero. Il dato è stato reso noto oggi in occasione della celebrazione degli 80 anni dell’Ordine professionale.
L’attuario si occupa di determinare l’andamento futuro di variabili demografiche ed economico-finanziarie. Possiede gli strumenti analitici per valutare fenomeni economici quantitativi caratterizzati dall’incertezza, come ad esempio le tariffe delle assicurazioni, responsabilità civile auto e danni, le assicurazioni vita, i prodotti finanziari; valuta l’equilibrio tecnico dei fondi pensione e i rischi aziendali. Attualmente, gli attuari presenti in Italia sono più di 1100, in Europa sono circa 27mila e nel mondo sono prossimi alle 100mila unità.
L’orizzonte della professione attuariale, storicamente legata alle attività assicurative e previdenziali, continua ad allargarsi: dal rischio aziendale ai fondi sanitari, dalla valutazione dei riscatti alla scoperta delle frodi con la data science e l’intelligenza artificiale nel business assicurativo, dai rischi legati al clima e alle catastrofi naturali sino al cyber risk. Ma già la categoria lavora su nuove competenze e responsabilità in campi più vasti, candidandosi anche per un contributo sempre maggiore al welfare e allo sviluppo sociale. Dietro l’angolo ci sono la finanza quantitativa basata su modelli probabilistici e l’internal audit per compagnie di assicurazione e fondi pensione (riservazione, solvibilità, tariffazione); il capital management per l’ottimizzazione del capitale in eccesso di assicurazioni e banche, così come la valutazione del rischio operativo.
In prospettiva gli attuari si preparano ad entrare nel marketing strategico (analisi e studio dei bisogni dei clienti con l’ausilio dell’intelligenza artificiale), nel project management (individuazione e controllo dei rischi connessi a un progetto), nella pianificazione strategica (valutazione della situazione rischi e solvibilità delle attività non finanziarie), nella misurazione dei rischi e delle necessità di capitale per la solvibilità di attività commerciali e della pubblica amministrazione, nei rischi relativi alla governance. Si tratta delle linee di sviluppo professionale cui gli attuari lavorano anche con le proprie associazioni internazionali: Aae (europea) e Iaa (mondiale).