Effetto primavera su Covid-19. “Stiamo rivedendo quello che è successo lo scorso anno, e cioè che con l’arrivo della bella stagione il virus perde forza”. Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia (Siv-Isv), descrive all’Adnkronos Salute “il fenomeno al quale stiamo assistendo da una settimana a questa parte”, tanto da poterlo considerare “un trend consolidato: assistiamo alla presenza di campioni positivi” a Sars-CoV-2 “sempre in minor misura – riferisce l’esperto – con cariche virali estremamente basse, a tal punto che è diventato difficile poter isolare il virus da un paziente positivo e sequenziarne il genoma. Questo autorizza a pensare che la famosa stagionalità del virus stia iniziando” e che “anche la variante inglese, ormai prevalente in Italia con percentuali al 95%”, soffra il caldo esattamente come il coronavirus originario.
Caruso, ordinario di microbiologia e microbiologia clinica all’università degli Studi di Brescia e direttore del Laboratorio di microbiologia dell’Asst Spedali Civili, prevede un futuro “più roseo” supportato dall’evidenza quotidiana. “Quello che vediamo analizzando campioni che sono tanti, migliaia ogni giorno, e quindi ci permettono in una settimana di avere un quadro importante – precisa il numero uno dei virologi italiani – è quasi una scomparsa delle cariche virali elevate. Quasi tutti” i contagiati “arrivano a essere debolmente positivi”, riporta Caruso, evidenziando che “in queste condizioni un soggetto è anche estremamente meno infettante”.
La bella notizia in una già buona è che “questo è vero anche per la variante inglese – osserva lo specialista – Il che vuol dire che anche le varianti non fanno eccezione alla stagionalità” dei virus respiratori, qual è Sars-CoV-2 in tutte le sue ‘versioni’.