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Berlusconi, Cacciari: “O non sa ciò che dice o è gesto voluto per creare nuova crisi”

(Adnkronos) – Sulla ‘fuga’ degli audio di Berlusconi su Putin “ci possono essere solo due spiegazioni: una è che il signore non si rende conto di ciò che dice, perché al di là del merito sono dichiarazioni che danneggiano enormemente il lavoro della Meloni e la formazione di questo governo e che lo indeboliscono più di quanto già non sia debole, l’altra è che il gesto sia voluto al fine di rendere quanto mai precario questo governo in vista dell’andare rapidamente ad una nuova crisi. Non ci sono altre spiegazioni”. E’ l’opinione di Massimo Cacciari che, con l’Adnkronos, si sofferma ad analizzare le possibili ragioni della comparsa degli audio di Silvio Berlusconi che hanno scatenato imbarazzo e tensione a livello nazionale e internazionale nella delicata fase di formazione del nuovo esecutivo. 

“O è una persona che ormai non si rende ben conto di quello che dice e non ha più molte più autocensure, beato lui, oppure è fatto apposta -sottolinea Cacciari- E’ evidente che una dichiarazione di questo genere fatta in questa fase da un leader politico impegnato a fare il governo, vuol dire che o non valuta bene le conseguenze di quello che dice, oppure le valuta e
ha l’idea che questo governo non sia destinato a durare”. Probabilmente, analizza l’ex sindaco di Venezia “è un mix fra questo impulso inarrestabile di Berlusconi di dire la sua, esattamente come racconta le barzellette nei luoghi e nei momenti più impropri con questo esibizionismo scatenato che con l’età peggiora, e una valutazione di intrinseca debolezza del governo per cui si comincia già a prendere le distanze”. La verità, per Cacciari “sta nella combinazione delle due prospettive”. 

Analizzando il merito delle dichiarazioni del leader di Forza Italia, “una persona normale che non ha responsabilità politiche nella formazione dell’attuale governo, cosa ha detto di così indicibile? Che è amico di Putin, che non si fida troppo di Zelensky? Nel pensiero unico dominante di questo Paese occorre, oltre che aiutare l’Ucraina e condannare la Russia, dire anche obbligatoriamente che Zelensky è ‘vir bonus dicendi peritus’ (uomo di valore, esperto nell’arte della parola, ndr)? Siamo ormai destinati a portare il cervello all’ammasso o qualcuno può ragionare con la sua testa?”, affonda il filosofo. “Se è amico di Putin, saranno fatti suoi? Io non ci diventerei mai amico di Putin, ma se a lui piace, un cittadino italiano è libero di dirlo. O non è permesso?”. 

“In Italia, comunque -conclude Cacciari- siamo impazziti letteralmente a discutere di queste cose con quello che accadrà, e che sta già accadendo sulla faccia della terra. Che si spenda un solo minuto a discutere di queste barzellette berlusconiane ha dell’incredibile”. 

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