(Adnkronos) – La Capitale appare come un “laboratorio” che consente di osservare sia le trasformazioni in corso nelle mafie storiche e il loro radicamento in aree esterne a quelle di origine, sia i contesti in cui prendono corpo e si sviluppano forme criminali nuove e autoctone a partire dal sistema di gestione delle piazze di spaccio che rappresenta un modello rodato, diffuso e conosciuto ai vari gruppi criminali che operano nelle periferie. E’ quanto emerge dal VI e VII rapporto Mafie nel Lazio presentato questa mattina alla Camera di Commercio di Roma dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti.
Un modello di gestione delle piazze di spaccio, oltre 100 attive h24 di cui 13 solo a Tor Bella Monaca, che garantisce il controllo del territorio e la sicurezza degli acquirenti attraverso una rete di vedette a supporto degli spacciatori contro le incursioni delle forze di polizia. Un modello imprenditoriale-criminale che prevede la massimizzazione dell’utilizzo delle risorse per un maggior rendimento dello spaccio di droghe.
Le ‘aziende-piazze di spaccio’ contribuiscono in misura significativa a un vasto e diffuso welfare, garantendo stipendi, assistenza legale ai propri dipendenti. Coinvolgendo anche insospettabili nella conservazione della droga, delle armi e del denaro necessari ad “alimentare le attività dell’azienda criminale”.
“Dal monitoraggio in questo Rapporto emergono una molteplicità di forme criminali che ormai caratterizza il contesto criminale laziale rendendolo unico rispetto ad altre regioni considerate non a tradizionale presenza mafiosa – ha detto Gianpiero Cioffredi, Presidente dell’Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio – E’ una espansione del modello culturale-criminale delle mafie il modello mafioso produce un inquietante effetto emulativo anche sulle altre organizzazioni criminali”.