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Proteggiamo i giudici

La campagna elettorale in Québec si è conclusa e i risultati sono noti a tutti. Il Primo Ministro François Legault ha ottenuto una vittoria determinante sui suoi tre avversari, che non hanno fatto alcun progresso durante la campagna elettorale, durante la quale, anzi, ciascuno di loro è apparso impreparato. Eppure la data delle elezioni si conosceva da quattro anni. In precedenza, le elezioni si tenevano a data fissa e il governo in carica beneficiava dell’effetto sorpresa poiché solo l’esecutivo conosceva la data di inizio della campagna elettorale. Questo effetto sorpresa ora appartiene solo ai governi di minoranza, come quello di Justin Trudeau, che l’anno scorso ha cercato di approfittarne finendo invece per ottenere meno voti del suo principale avversario, il Partito Conservatore del Canada. La campagna elettorale in Québec è stata caratterizzata, tra l’altro, da tre eventi degni di nota.

Innanzitutto, durante tutta la campagna elettorale, i media hanno fatto del loro meglio per “dipingere” favorevolmente i due partiti per cui simpatizzavano: Québec Solidaire e il Parti Québécois, mettendo invece in cattiva luce gli elementi a favore della CAQ. Potremmo dire che è lecito prendersela con il governo in carica. Tuttavia, così facendo, i media minano la fiducia del pubblico. La gente vuole i fatti. Il ruolo dei media è quello di riportarli fedelmente in modo da permettere a ciascuno di farsi una propria opinione. I ripetuti fallimenti in questo senso compromettono la fiducia del pubblico verso i media tradizionali. Il secondo evento degno di nota scaturisce dallo stesso risultato. Con il 41% dei voti, il governo della CAQ ha conseguito il 72% dei seggi. Anche in questo caso è Justin Trudeau ad alimentare il cinismo, visto che tutti si rifanno alla sua promessa di riformare il sistema elettorale, poi non mantenuta nel momento in cui si è reso conto che il sistema gli permette di governare con meno voti dell’avversario. Il terzo evento è stato registrato, ma non ha prodotto alcun dibattito. Una deputata liberale ha denunciato le minacce ricevute da un uomo.

Altri candidati hanno fatto la stessa cosa. Per la prima volta, tutti i leader dei partiti, tranne uno, hanno fatto una campagna scortati da guardie del corpo, che sono dei poliziotti. I leader di partito svolgono un lavoro di estrema importanza nella nostra democrazia. Altri lavoratori, invece, si espongono quotidianamente a rischi e, come voi e io, devono affidarsi al servizio di polizia in caso di necessità. La particolarità deriva dal fatto che gli eletti che gestiscono le finanze pubbliche scelgono di concedersi una protezione a spese dei contribuenti, senza che la questione sia stata posta e discussa da coloro che pagano le tasse, spesso loro stessi soggetti ad altre forme di minacce. Ad esempio, non sarebbe il caso di chiederci se il livello di sicurezza non debba essere alzato anche per gli altri cittadini a rischio? Pensiamo ai giudici. Il lavoro che svolgono è così essenziale che senza di loro la società scivolerebbe rapidamente in un caos generalizzato. Cosa ancora più importante, il lavoro svolto dai giudici richiede competenza, esperienza, conoscenza approfondita, valori umani e, ovviamente, buonsenso.

Un compito che richiede una notevole serenità al fine di prendere la necessaria equidistanza per un giudizio che sia ottimale sia per la risoluzione del contenzioso che nel migliore interesse per la perennità della società. Eppure, a differenza dei leader di partito e di altri politici, i giudici non hanno la possibilità di votare a proprio favore delle misure di protezione a spese dei contribuenti senza dibattito. Al fine di preservare la privacy dei nostri giudici, fornirò alcuni esempi di fatti accaduti negli ultimi anni negli Stati Uniti. Un uomo ha fatto irruzione nella casa di un giudice della Corte Suprema per sottrargli 1.000 $. Un altro giudice dello stesso tribunale è stato aggredito per strada a Washington da un uomo che le ha rubato la borsa. In un altro caso, un uomo armato di coltello e di arma da fuoco ha minacciato di uccidere un giudice della Corte suprema. A differenza di voi, di me e dei politici, i giudici sono tenuti a limitare la propria reazione in una situazione del genere visto che alla fine gli autori di questi reati dovranno essere processati. Tuttavia, per quanto aberrante possa sembrare, ci sono problemi ancora più abominevoli.

I giudici non sono soggetti solo ad attacchi fisici. Sempre più spesso, infatti, attraverso i mezzi di comunicazione tradizionali ed i social media, vengono aggrediti nella loro integrità morale e psicologica. Le persone li prendono di mira con gli insulti più riprovevoli, semplicemente perché non sono d’accordo con le loro sentenze emesse. Questi comportamenti violenti danneggiano i giudici individualmente e nel loro insieme. Altrettanto seriamente, danneggiano tutti quanti noi, poiché a lungo andare sortiscono degli effetti insidiosi scoraggiando i migliori candidati a diventare giudici e, peggio ancora, intimidendoli al fine di cambiare la loro decisione a svantaggio della società. Un giudice deve giudicare. Non deve essere giudicato.

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