(Adnkronos) – Il voto elettronico garantisce o non garantisce la segretezza? “Problemi di segretezza ce ne sono in tutti i sistemi, forse qualche forma di sperimentazione con la modalità americana si potrebbe provare per tentare di contrastare la tendenza all’astensionismo”. Francesco Saverio Marini, costituzionalista e professore di Diritto pubblico all’Università di Roma Tor Vergata, intervenendo con l’Adnkronos sul voto elettronico guarda alle sperimentazioni in corso in alcuni paesi esteri ed afferma: “Sono modalità poco sperimentate e di cui è un po’ dubbia la segretezza, ma va detto che anche nel voto cartaceo ci sono meccanismi che non la garantiscono o che si prestano ad elusioni”.
Marini spiega che il voto elettronico comprende due modalità: “Quella sperimentata negli Usa per le elezioni presidenziali, che comporta che vengano predisposte macchine e computer appositi su cui gli elettori vanno a votare; e quella sperimentata in Estonia, con il voto attraverso internet in base a cui l’elettore viene dotato di un macchinario che aggiunge al proprio pc e vota da casa con una password. Molti mettono in dubbio la possibilità che per quanto si possano introdurre meccanismi sofisticati sia sempre possibile violare o forzare le informazioni risalendo all’elettore – rileva il costituzionalista – Ma anche nel voto per posta o all’estero ciò può avvenire”.
Secondo Marini, “il sistema va trovato, anche se ovviamente la questione è molto complessa e tanti i timori. Va detto che in Germania, dove si era tentata qualche forma di sperimentazione, il tribunale costituzionale ha poi evidenziato una serie di limiti e problematicità in quella modalità di voto. Questo per dire – conclude – quanto può essere controverso il problema. Ma non si può negare che la
democrazia richiede l’uso di strumenti di ultima generazione per avvicinare l’elettore alle istituzioni”.