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“Heaven’s Gate”, una dichiarazione sulla natura umana. Marco Brambilla racconta i sette gironi del Purgatorio di Dante

Jurassic Park, Il pianeta delle scimmie, King Kong, Laguna Blu, Adamo ed Eva, Leonardo Di Caprio, Mr Rogers, la Sfinge, Aladdin, il Monte Rushmore… tutti questi personaggi e scene iconiche di Hollywood, e molti altri, si possono ammirare al “Heaven’s Gate”, la nuova installazione video in 3D ad alta definizione di Marco Brambilla al PHI Centre di Vieux-Montréal.

Basata sui sette gironi del Purgatorio di Dante, Heaven’s Gate è un loop di 6 minuti e 20 secondi in cui un personaggio dal basso fluttua attraverso un paesaggio panoramico verticale su diversi livelli: inferi in fiamme, mondo acquatico con bolle e lava, viaggio al centro della Terra con rocce galleggianti, natura, Hollywood, “paradiso” con cherubini volanti, nuvole al tramonto e un sistema di luci da set cinematografici hollywoodiani.

“Il personaggio sale verso uno stato di caos”, spiega l’artista Marco Brambilla, nato a Milano e ora residente a Londra, dopo aver vissuto a Montréal, Toronto e Los Angeles. “C’è una contraddizione visiva: ciò che di solito ci si aspetta dall’ascensione è l’illuminazione. In questo caso, invece, si tratta di un’ascesa verso uno stato di consumo e confusione sempre maggiore. L’idea di base è sottolineare il modo in cui siamo sedotti dal consumismo e dall’eccesso, e come la nostra fine sarà potenzialmente basata su di essi”.

Completato nel 2021, Heaven’s Gate ha richiesto a Brambilla quasi un anno di lavoro. Partendo da una tela, l’artista ha aggiunto spezzoni di personaggi che agiscono come guardiani di ogni girone infernale: “I loro movimenti e le loro performance riflettono lo stato d’animo di ogni sezione. Così, mentre si sale attraverso i sette livelli, i personaggi tendono ad essere progressivamente più frenetici e inquieti”, spiega Brambilla. Dopo questo processo originale, il film diventa un flusso di coscienza. Gli spezzoni diventano personaggi di una tela; vengono ritagliati individualmente e inseriti nella scena.

“È qui che il lavoro diventa molto intenso e interessante, perché mi chiudo in una sala di montaggio per mesi a guardare centinaia di clip e a fare associazioni che potrebbero non essere state la mia intenzione iniziale. Quando si utilizza materiale campionato, non si crea un pezzo completamente originale, ma un’interpretazione originale”, spiega l’artista.

Dal momento che “Heaven’s Gate” è stato creato soprattutto durante la campagna elettorale per la rielezione di Donald Trump, l’esibizione ha molti riferimenti agli eventi politici, compreso un busto della statua di Donald Trump che urla nel livello più alto della spirale verticale. 

“Spero che il pubblico sarà attratto da queste immagini nello stesso modo in cui lo è dal grande schermo”, dice Brambilla, dato che l’installazione e la performance sono stati creati utilizzando lo stesso tipo di proiezioni e strumenti all’avanguardia utilizzati da Hollywood. “L’estetica è molto barocca, ricca di colori, movimenti e immagini, ma il tema di fondo è oscuro, è una dichiarazione sulla natura umana che si esprime attraverso la somma delle parti e non utilizza il materiale nel contesto in cui era stato originariamente concepito”. 


Marco Brambilla sarà a Montreal il 4 ottobre per una “Conversazione” con la direttrice creativa e fondatrice del Centro PHI, Phoebe Greenberg.

Come si fa a dare un senso a tutti i contenuti di questa società satura di informazioni? Questa conferenza d’artista è un’opportunità per scoprire e conoscere meglio un artista la cui pratica cattura l’ethos e le esplorazioni della nostra istituzione. Conosciuto per le sue contestualizzazioni su larga scala di immagini popolari, Marco Brambilla è sempre all’avanguardia nell’uso e la conoscenza delle tecnologie di produzione di immagini numeriche nell’ambito della videoinstallazione e dell’arte.

L’ultima opera di Marco Brambilla, Heaven’s Gate, è attualmente in mostra al PHI Centre insieme a Horizons VR, un’esposizione che esplora il modo in cui la VR (“realtà virtuale”) può essere utilizzata per affrontare questioni sociali contemporanee e raccontare storie umane. L’incontro sarà una conversazione intima e rivelatrice tra Brambilla e la direttrice creativa e fondatrice del Centro PHI, Phoebe Greenberg. Lo scambio sarà un momento per esplorare le sue prospettive critiche, il suo metodo sperimentale di creazione e il modo in cui il suo lavoro risuona e mette in discussione la nostra vita fisica e spirituale mentre ci avviciniamo al virtuale.

Poiché la missione del PHI Centre è quella di affrontare le questioni sociali all’avanguardia della tecnologia, dell’arte contemporanea e dei nuovi media, questa discussione sarà l’occasione per presentare ai partecipanti un artista impegnato e all’avanguardia nella transizione verso un paradigma digitale più interconnesso.

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