Pasquale Nesticò, cardiologo di origini calabresi (è nato a Isca sullo Ionio, in provincia di Catanzaro) e residente a Philadelphia, è il candidato del Partito Democratico al Senato. È stato insignito delle onorificenze di Cavaliere della Repubblica Italiana nel 2004, Commendatore nel 2007 e Grande Ufficiale nel 2009. È stato presidente Comites dal 1999 al 2004.
Raccontaci la tua storia personale e professionale di emigrazione. Chi è Pasquale Nesticò? “Sono partito dalla Calabria dopo avere fatto il muratore dai 13 ai 17 anni con il mio caro padre e mi sono diplomato all’Istituto Tecnico Industriale di Catanzaro. In America lavoravo in una fabbrica di abbigliamento a 45 dollari a settimana. Ho avuto la possibilità di conseguire due lauree: la prima in ingegneria Elettrica alla Villanova University e la seconda in Medicina alla Temple University. Mi sono sposato con mia moglie Anna, dalla quale ho avuto 3 figli e mi sono dedicato molto all’associazionismo con la festa organizzata in onore di San Marziale patrono del mio paese e fondato la Filitalia International che oggi conta 25 sedi nel mondo ed il cui motto è Servizio agli Altri”.
Gli italiani nel mondo sono una grande risorsa. Cosa faresti per valorizzarne il peso sia in Italia che nel paese di residenza?
“Gli italiani nel mondo sono numerosi, molto di più di quanto dicano i dati forniti dall’AIRE. Sono sicuro che sono una grande risorsa, hanno delle grandi capacità che sfruttate a dovere possono riportare la nazione ai posti che merita. Gli emigrati possono essere una risorsa anche dal punto di vista delle conoscenze, vista l’esperienza che hanno assimilato con la frequentazione di altre persone e all’estero. C’è bisogno di più dialogo con chi è rimasto a vivere in Italia, che reputo un grande paese ricco di storia e arte. La storia dell’emigrazione ci insegna che ci si può aiutare a vicenda”.
Tasse, testamenti, passaggi di proprietà, patenti di guida, titoli di studio, cittadinanza, pensioni, copertura sanitaria, ecc..: cosa fare per rendere la burocrazia per gli italiani all’estero più snella, facile ed efficiente?
“Innanzitutto uffici più efficienti e l’apertura di Consolati onorari soprattutto nelle zone remote dei Paesi. Ci vogliono dei nuovi accordi bilaterali tra gli Stati e allo stesso tempo il coinvolgimento delle Regioni italiane, come nel caso della sanità. Per quanto riguarda i titoli di studio, oggi nel mondo globale bisogna che le Università italiane comincino a stringere degli accordi accademici con il resto del mondo, affinché il titolo conseguito in Italia e viceversa sia riconosciuto in entrambi i Paesi. Sulla cittadinanza si potrebbe iniziare da chi è nato in Italia ma per altre ragioni l’ha persa, poi si potrebbe pensare anche ai figli e chi va a studiare nel nostro Paese. Non dimentichiamo che prima ancora bisognerà snellire la burocrazia italiana, magari importando il modello nord americano”.
Cosa ti ha spinto a scendere in politica ed a candidarti col PD?
“Da giovane in paese facevo parte della Democrazia Cristiana, poi ho visto che il PD si avvicinava a quell’impostazione. In politica ci sono dal 1999 quando sono stato eletto Presidente del COMITES, poi Consigliere e Presidente Commissione Sanità del CGIE, Segretario del Circolo del PD Philadelphia, Presidente dell’Assemblea del PD USA e delegato per gli Stati Uniti all’assemblea nazionale PD”.
Quali sono le 3 priorità che punti a realizzare una volta eletto in Parlamento?
“Darò all’associazionismo del Terzo Settore il mio stipendio da Parlamentare per aiutare i giovani, i poveri e i bisognosi. Cercherò di organizzare un gruppo dei Parlamentari eletti all’estero e poi con questa forza ridiscutere la legge sul riacquisto della cittadinanza italiana; agevolazioni per gli italiani all’Estero sulle tasse comunali, investimenti in Italia, compreso l’acquisto di una casa; realizzazione della parità di genere uomo-donna nel lavoro, nella famiglia e nella qualità della vita. Aumentare i fondi per chi promuove la lingua e cultura italiana nel mondo”.
Dall’Alaska al Panama. Quella del Nord e Centro America è una Ripartizione enorme. Come pensi di organizzarti per rappresentare al meglio i connazionali che vi risiedono?
“Con l’apertura di sportelli pagati a mie spese in alcune città della nostra circoscrizione elettorale come punto di riferimento per i nostri cittadini. Disponibilità massima mia e dei miei collaboratori per risolvere le istanze che presentano i cittadini italiani che vivono all’estero”.