(Adnkronos) – E’ stata presentata oggi a Roma ‘In Place’, la prima piattaforma di teleriabilitazione per persone con disturbi del neurosviluppo in età evolutiva, come ad esempio disabilità intellettive, problemi di comunicazione o movimento, spettro autistico, deficit dell’apprendimento.
In Italia sono circa 320mila i bambini e gli adolescenti affetti da deficit del funzionamento personale, sociale e scolastico, che necessitano di una terapia riabilitativa ad hoc da effettuarsi presso centri di riabilitazione dove operano équipe multidisciplinari che, data la peculiarità di questi disturbi, sono composte da diverse figure professionali: pediatri, neuropsichiatri infantili, psicologi, logopedisti, terapisti della neuropsicomotricità infantile e altri. Tutto questo comporta un elevato carico sanitario economico e sociale, soprattutto per le famiglie, laddove i genitori si trovano a dover accompagnare i propri figli nei centri più volte nell’arco di una settimana. Una caratteristica molto importante della terapia di cui necessitano questi piccoli pazienti, infatti, è che per manifestare efficacia impone sistematicità e continuità. Per questo motivo il periodo della pandemia da Covid 19 ha fatto emergere una problematica molto seria. Ovvero l’impossibilità di coniugare la continuità terapeutica con le limitazioni degli spostamenti personali, e il conseguente rischio di assistere a regressioni dei progressi raggiunti.
“Nel periodo del lockdown – spiega Antonio Abbruzzese, Ceo & co-founder di ‘In Place Smart Care’, piattaforma che offre la possibilità di effettuare videoconferenze tra pazienti e terapisti in tempo reale, fornendo un’interfaccia pensata per l’età evolutiva, con strumenti studiati ad hoc – In Place si è posta l’obiettivo di rendere fruibile la teleriabilitazione in modo clinicamente efficace al maggior numero di bambini, permettendo ai terapisti di operare a distanza, senza interrompere il percorso di riabilitazione, garantendo la prosecuzione degli obiettivi terapeutici in totale sicurezza”. Al tempo stesso, però, la riabilitazione a distanza a cui si è dovuti ricorrere ha messo in luce enormi benefici, tali da spingere gli ideatori di In Place a proporre una soluzione che vede la teleriabilitazione affiancata alla terapia in presenza.
“Nata in un periodo di emergenza, In Place può essere utilizzata nella pratica clinica consolidata da medici e riabilitatori – afferma Stefano Vicari, responsabile della Uoc di Neuropsichiatria infantile dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma – Il nostro centro è stato tra i primi a sperimentare questa piattaforma e i risultati sono stati molto incoraggianti. Tra gli elementi di pregio di questo strumento c’è anche il fatto che è stato pensato da clinici, oltre che da informatici, e questo avvantaggia notevolmente chi deve lavorare direttamente con i pazienti. Grazie a ciò il prodotto è flessibile, adattabile e modificabile. Può dunque adeguarsi alle esigenze sia dei medici che dei piccoli pazienti, rendendo più semplice la possibilità di utilizzo. Oltre all’aspetto clinico, abbiamo potuto verificare vantaggi anche dal punto di vista organizzativo: con la piattaforma In Place abbiamo sperimentato una semplificazione del percorso assistenziale, con un’ottimizzazione dei tempi e delle risorse”.
In Place ha stretto una collaborazione con la società One Health Vision, una start-up innovativa costituita da ingegneri biomedici, informatici e ricercatori provenienti dal mondo sanitario, che sviluppa applicazioni capaci di essere utilizzate da pazienti con diverse problematiche di tipo riabilitativo, con la possibilità di farlo presso il proprio domicilio. “One Health Vision sviluppa protocolli di intervento riabilitativo digitali (le cosiddette ‘digital therapeutics’) efficaci, performanti e capaci di risolvere problemi di tipo clinico. Si tratta di strumenti operativi con i quali i pazienti possono esercitarsi, migliorando le performance deficitarie”, evidenzia Vincenzo Ciccarese, direttore delle Scuole di specializzazione post-universitarie in psicoterapia di Roma e Lecce, fondatore e amministratore di One Health Vision e co-fondatore dell’Istituto Santa Chiara, presidio di riabilitazione operante su tutto il territorio nazionale. L’accordo siglato prevede che In Place possa adottare sulla propria piattaforma le App di One Health Vision, che a questo punto diventano patrimonio comune delle due società che si sono impegnate a collaborare.
“Ogni App – precisa Ciccarese – ha la possibilità di produrre report settimanali che vengono automaticamente inviati alla mail del professionista che ha in cura il paziente, per verificare quanto impegno ci sia stato e quale tipo di risultato, se c’è stato un incremento o meno della risposta che andava riabilitata. In questo modo il terapista ha la possibilità di seguire, con dati alla mano, anche a distanza, l’evoluzione clinica del paziente. L’elemento importante della teleriabilitazione è dotare il paziente di strumenti terapeutici digitali, che possano effettivamente incidere sul problema clinico specifico, ed essere strumenti capaci di provocare un miglioramento della funzione lesa o comunque compromessa”.
In Place ha istituito anche un comitato tecnico scientifico per individuare e valutare gli strumenti esistenti attraverso le evidenze scientifiche. Donatella Valente, professore associato di Scienze riabilitative neuropsichiatriche presso la Sapienza Università di Roma, riferisce che “come membro del comitato scientifico della piattaforma In Place, insieme agli altri componenti del gruppo di lavoro, abbiamo ricercato strumenti di valutazione validati scientificamente per stabilire l’efficienza e l’efficacia di questo tipo di intervento. Il primo step, effettuato con il gruppo di ricerca riabilitativo da me diretto, ha avuto come obiettivo una revisione sistematica della letteratura scientifica inerente le piattaforme internazionali utilizzate per la teleriabilitazione in età evolutiva. Il secondo step prevede la stesura e pubblicazione di un articolo scientifico descrittivo delle funzioni e delle potenzialità della piattaforma. Infine, attraverso gli strumenti di valutazione identificati verrà valutata l’efficacia della piattaforma nell’applicabilità delle diverse patologie”.
Daniela Guitarrini, psicologa psicoterapeuta presso l’Istituto di neuropsichiatria infantile ReTe di Roma, rimarca un aspetto importante dell’iter riabilitativo dei piccoli pazienti con disturbi del neurosviluppo: il rapporto con la scuola. “Per legge – puntualizza – il percorso degli alunni che hanno ricevuto una certificazione della condizione di disabilità ai fini dell’inclusione scolastica è monitorato da un Glo (Gruppo di lavoro operativo) che prevede due incontri l’anno tra il riabilitatore, la famiglia e gli insegnanti. Da quando è stato possibile utilizzare piattaforme online, la modalità degli incontri è decisamente migliorata: dall’ottimizzazione dei tempi, alla possibilità di fare coincidere le disponibilità di tutti gli interlocutori. A mio parere – conclude – sarebbe auspicabile che piattaforme agili e complete, come ad esempio In Place, possano essere riconosciute e utilizzate anche da parte degli istituti scolastici per una maggior completezza del percorso riabilitativo. Il tutto, naturalmente, nell’osservanza dei protocolli previsti dalla privacy”.