(Adnkronos) – Covid in Italia, si va verso una mini quarantena ossia una riduzione da 7 a 5 giorni con tampone negativo. Dopo il parere del Consiglio superiore di sanità (Css) si attendono altre valutazioni, per esempio di tipo epidemiologico, e nel caso una circolare. Ecco cosa ne pensano gli esperti.
ANDREONI – Sulla possibilità che si arrivi a una riduzione della quarantena per i positivi asintomatici passando da 7 giorni a 5 con un test negativo al quinto giorno, dice all’Adnkronos Salute Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), “non credo sia il momento, forse è meglio rimandare questa scelta. Abbiamo di fronte un autunno dove ci sarà sicuramente un rialzo dei casi”. “Potrebbe essere un’iniziativa comprensibile ma va fatta in un altro momento, ora serve ancora attenzione” avverte.
CRISANTI – “Se si esce con un test negativo dall’isolamento previsto in caso di positività a Covid, non c’è problema nell’accorciarne la durata da 7 a 5 giorni” dice all’Adnkronos Salute Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova. Le valutazioni il ministero della Salute le farà sulla base del parere del Consiglio superiore di sanità (Css), come spiegato dal ministro della Salute Roberto Speranza, il quale ha insistito sul fatto che “secondo le evidenze scientifiche del Css, se una persona è positiva, sintomi o non sintomi, deve stare in isolamento per evitare che il contagio possa diffondersi in maniera troppo larga”. Anche Crisanti sarebbe favorevole a un cambiamento delle regole dell’isolamento dei positivi solo a una condizione: “Direi di sì – spiega – se non comporta rischi aggiuntivi per gli altri”.
MINELLI – “Oramai consunti per cronica inattività i meccanismi di tracciamento, la quarantena appare piuttosto come una censura o una punizione per chi dovesse risultare positivo al tampone” dice all’Adnkronos Salute l’immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la medicina personalizzata. “Consideriamo anche tutti i casi asintomatici che circolano con assoluta inconsapevolezza e ci rendiamo conto di quanto una quarantena solo per alcuni sia del tutto inutile o fuorviante”. “Due anni e mezzo di pandemia conclamata, una vaccinazione su vasta scala, e un contagio ormai generalizzato con effetti clinici decisamente meno preoccupanti mi farebbero propendere per una riduzione significativa della quarantena” spiega.
BASSETTI – “La riduzione della quarantena a 5 giorni è una decisione che arriva molto tardivamente, ci sono Paesi come Israele che hanno da un anno l’isolamento dei positivi asintomatici a 5 giorni” dice all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore Malattie Infettive ospedale San Martino di Genova. “Noi ci arriviamo tardi e nel momento in cui la quarantena andrebbe eliminata, nel senso che io credo sia giusto affrontare questa malattia infettiva come tante altre che già gestiamo e che non prevedono certo la quarantena”.
“Oggi contro Sars-CoV-2 abbiamo i vaccini, anche aggiornati in arrivo, antivirali efficaci e i monoclonali – spiega Bassetti – Abbiamo imparato a conoscerla e oggi è comunque una malattia infettiva come tante altre, non vedo perché si debba mettere una persona in quarantena per Covid e non per l’influenza”. Secondo l’infettivologo genovese, “una revisione delle norme sarebbe anche utile per far emergere i positivi sommersi che si fanno il tampone a casa e non si dichiarano. Diamo quindi fiducia ai cittadini – suggerisce – responsabilizziamoli, ovvero chi ha sintomi sta a casa e chi è asintomatico si fa un test e se non può stare a casa esce con la Ffp2”.