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Scienza & Salute: ‘Senza la frisa, che estate sarebbe?’

(Adnkronos) – Appartiene ai cosiddetti prodotti da forno ed è una specialità della Puglia, sebbene sia conosciuta anche in Calabria, Basilicata e Campania. Parliamo della frisa (friseddha in dialetto salentino), una sorta di ciambella essiccata di grano duro o di orzo, considerata da sempre un piatto povero, ma in realtà molto nutriente e gustoso. 

Alla frisa è dedicata la puntata di oggi de Il Gusto della Salute, la rubrica online ideata e coordinata dall’immunologo Mauro Minelli responsabile per il Sud Italia della Fondazione per la Medicina Personalizzata in collaborazione con Adnkronos e patrocinata dall’Università Lum-Libera Università Mediterranea ‘Giuseppe Degennaro’ con il suo corso di studi in Enogastronomia. 

“La frisa, dalla forma tondeggiante e irregolare, si conserva grazie al suo corpo solido e infatti per essere consumata deve necessariamente essere bagnata in acqua e poi condita generalmente con pomodori, origano, capperi e sale, eventualmente melanzane e, magari, anche olive e/o formaggio. 

In antichità – racconta Minelli – le frise venivano utilizzate dai pescatori nelle loro battute di pesca che potevano durare anche diversi giorni e dai marinai, proprio perché si tratta di alimenti che per loro stessa natura sono destinati a durare nel tempo. In passato era noto il loro consumo da parte dei soldati durante le crociate, così come oggi è risaputa la grande richiesta di frise da parte dituristi e vacanzieri”. 

Ma quali sono le proprietà nutrizionali della frisa? Quali le sue caratteristiche in termini dietetici? Ce ne parla la biologa nutrizionista del network Polismail Dominga Maio: “La frisella è un alimento ad alto apporto calorico, composto principalmente da carboidrati, ed è quasi paragonabile ad un primo piatto o ad un piatto completo. Il contenuto in fibre varia a seconda della farina che viene usata per comporre la frisella, se è di orzo – aggiunge – essa presenta un carico in fibre molto più elevato e, quindi, potrebbe aiutare a mantenere basso l’indice glicemico del piatto che andiamo a gustare. Inoltre la frisa, condita con olio, pomodoro, tonno, origano, basilico, olive può essere un pasto sufficiente, mentre non condita può essere associata ad un’insalata con del pollo e rappresentare un piatto bilanciato e in perfetto equilibrio dietetico.” 

Mauro Minelli ricorda le possibili controindicazioni di un consumo poco consapevole della frisa che “essendo un alimento fatto con farina di grano non è adatto a chi manifesta una particolare sensibilità al glutine o allergia al grano. La frisa – conclude l’immunologo – rimane un piatto fresco, un alimento sano, piacevolissimo da gustare durante le calde giornate al mare e, pur essendo molto versatile e facile da personalizzare,deve rimanere quello che è sempre stato, e cioè un piatto tipico della tradizione contadina del Sud”. 

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