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Fortier, Gauvin e St-Pierre-Plamondon (o McGill, Dawson e il PQ)

Chi se ne va in periferia? I francofoni? Gli anglofoni? Gli immigrati? Cosa ha in comune questa domanda con il titolo della rubrica di questa settimana? La smetto di fare domande ed elenco alcuni fatti senza avventurarmi in polemiche sui numeri. Gli anglofoni del Québec sono le persone più bilingue del Canada. Più dei francofoni del Québec.

Dal momento che parlano francese, non c’è quindi alcun pericolo che possano cercare di imporre l’inglese o di limitare l’uso del francese. Molti di loro fanno risalire le loro origini all’inizio della colonia e agli anni che sono seguiti all’occupazione del territorio dell’attuale Québec. Ci sono anche altri anglofoni. Ne incontro molti nella nostra Comunità. I loro genitori, nonni o altri antenati sono venuti dall’Italia per stabilirsi qui, pur mantenendo un legame, sicuramente di tipo emotivo, molto forte con il paese di nascita.

In alcuni casi, i loro discendenti non parlano più italiano, ma si esprimono piuttosto in inglese, pur padroneggiando il francese. Sono quindi considerati anglofoni bilingue. Nel loro caso, tuttavia, non sono diventati anglofoni per scelta, ma per obbligo. Perché, vedete, lo dimentichiamo troppo facilmente, gli italiani che si sono stabiliti in Québec, nel dopoguerra, avevano tutto da guadagnare nel mandare i propri figli a scuola francese. Prima di tutto, si trattava di scuole cattoliche. Poi, essendo il francese una lingua di origine latina, come l’italiano, ciò costituiva un innegabile vantaggio. Infine, cosa più importante, le scuole francesi si trovavano ovunque e quindi erano facilmente accessibili.

Eppure, nel dopoguerra, a differenza del periodo prebellico, gli italiani appena arrivati dovettero mandare i propri figli nelle scuole inglesi. E non per scelta! Le scuole francesi non li volevano e rendevano perciò inutilmente complicata, per non dire impensabile se non addirittura impossibile, l’ammissione dei bambini italiani. Mia zia si ricorda che lei – sì, proprio lei – ha dovuto sostenere un test di comprensione del francese per iscrivere i suoi figli a scuola.

Da dove deriva tutto questo ostracismo contro i bambini italiani? Va ricordato che l’immigrazione italiana si è fermata con lo scoppio della Seconda guerra mondiale. Questa immigrazione non riprese fino al 1949. Nel frattempo, c’era stato il crollo dell’Italia fascista e, soprattutto, l’interna- mento da parte del governo del Canada di italiani considerati sospetti senza essere accusati di reati precisi e senza che gli venisse spiegato il motivo dell’internamento. Tutto ciò è stato sufficiente a creare un clima di sospetto che continua ancora oggi con battute di dubbio gusto – la parola è leggera – a cui siamo sottoposti quotidianamente. Indipendentemente dalle ragioni storiche, resta il fatto che i discendenti degli italiani giunti in Québec parlano correntemente due, tre e addi- rittura diverse altre lingue. È altrettanto vero che il loro contributo alla costruzione del Québec moderno è inestimabile. Il Québec – e non solo Montreal – semplicemente non sarebbe quello che è diventato senza il contributo decisivo degli italiani.

Tutto ciò rende ancora più incomprensibile la continua avversione del governo nei confronti della realtà inglese del Québec. E che realtà! Quando pensiamo alla realtà anglofona, pensia- mo subito a istituzioni educative rinomate come la McGill University e il Dawson College. La vitalità di queste istituzioni consente di attirare in Québec migliaia di persone che aspirano all’istruzione per poi contribuire in modo sostanziale al progresso della società. È una fonte di arricchimento. A sentire parlare alcuni nazionalisti, queste istituzioni costituiscono una minaccia per il francese. Uno di questi, Paul St-Pierre Plamondon, leader del Parti Québécois, si spinge fino a dire che non parteciperà ad un dibattito in inglese durante la prossima campagna elettorale, poiché il francese è la lingua ufficiale del Québec.

Tuttavia, quando è arrivato il momento di conseguire una laurea, non ha esitato a prenderne una dall’Università…McGill! E, soprattutto, non si preoccupa nemmeno di dire che l’Università McGill è guidata da Suzanne Fortier e il Dawson College da Diane Gauvin. Sembra sfuggirgli anche il fatto che due francofone siano a capo di due delle più importanti istituzioni educative in lingua inglese.

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