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Patronato Enasco, il Direttore David Sensi: “Più servizi per coinvolgere anche i giovani”

MONTRÉAL – Il Patronato Enasco di Montréal, diretto da Sylvia Marcolini, nelle tre succursali di Saint-Léonard, RDP e LaSalle, è tra i centri di assistenza più apprezzati dai nostri connazionali, soprattutto (ma non solo) per le pratiche fiscali e previdenziali. Il Patronato Enasco offre agli Italo-Canadesi un ventaglio di servizi sempre più ampio ed articolato. Anche a favore delle altre Comunità culturali. Uno scenario che si sposa appieno con la visione moderna e inclusiva del Dr. David Sensi, Direttore esecutivo Area estero 50&Più, sistema Associativo e di Servizi che fa parte della “Confcommercio – Imprese per l’Italia”.

Il sistema, ricordiamolo, si compone dai tre differenti sottostrutture: 50&Più Enasco, 50&Più CAAF, Associazione 50&Più, che conta oltre 320 mila soci in Italia e circa 10 mila all’estero. Più nello specifico, 50&PiùEnasco, Istituto di Patronato e di Assistenza Sociale, in funzione dal 1967, fornisce assistenza gratuita per risolvere nel modo più favorevole soprattutto le pratiche previdenziali (pensioni, supplementi, indennizzi e indennità, ricongiunzioni e riscatti). Dopo la laurea negli Usa, Sensi è stato assunto da ConfCommercio, dove ha avviato un processo di modernizzazione, sia a livello tecnico che nella diversificazione dei servizi. Da anni responsabile del settore Estero, si occupa degli uffici Enasco nei Paesi a maggiore immigrazione italiana, come Canada, Stati Uniti, Argentina e Australia. Montréal, tra le città più italiane al mondo, lo ha accolto lunedì 6 giugno. Ne abbiamo approfittato per intervistarlo.

“Sui 30 uffici di Patronato Enasco nel mondo – ci ha spiegato Sensi, in visita al CITTADINO – 12 si trovano in Canada, dove intravediamo grandi opportunità, e contiamo di aprirne altri prossimamente”. La parola chiave è modernizzare. “È fondamentale che il Patronato si apra alle nuove generazioni. Purtroppo oggi c’è un grosso flusso di giovani che lasciano l’Italia: dovremmo prenderli per mano ed aiutarli ad inserirsi in una realtà diversa da quella di 40 anni fa. E poi è importante avere un rapporto di grande sinergia con i Consolati. Quelli di Toronto e Montréal sono estremamente collaborativi. La competizione fa male a tutti, in primis all’assistito”.

Da questo punto di vista, Enasco Montréal già offre servizi di assistenza e consulenza all’immigrazione, traduzioni riconosciute dal governo, certificati di nascita e di matrimonio. “Ci occupiamo anche di tasse, il cui servizio però ha un costo, anche se basso. Per questo motivo abbiamo lanciato ‘Serving People Group’, un centro servizi registrato in Italia, che poi noi utilizziamo ‘in leasing’ anche all’estero”. Servono più collaborazioni per rafforzare il sistema-Paese. “Bisogna spingere in questa direzione, mettendo attorno al tavolo le varie organizzazioni italiane per gli obiettivi comuni, con il Consolato a fare da garante. Credo nella collaborazione anche tra i diversi Patronati: non siamo nemici, lavoriamo soltanto nello stesso settore”.

A fare la differenza, alla fine, sono sempre i rapporti umani. “Con la pandemia c’è stato un distacco forzato, che i nostri assistiti hanno fatto fatica ad accettare. Preferiscono incontrarci, parlare, naturalmente in italiano, a volte anche del più e del meno. Si sviluppa una certa familiarità, un rapporto di fiducia, che per noi rappresenta la gratificazione più grande. La digitalizzazione dei servizi è utile, ma alla fine, soprattutto per l’anziano, il Patronato diventa un punto di incontro insostituibile. E noi cerchiamo sempre di mostrare quella disponibilità che non è mai banale, o scontata”. Una disponibilità che potrebbe trovare nuova linfa nel multiculturalismo canadese.

“In un processo di modernizzazione, dobbiamo aprirci anche alle altre culture. In alcune parti del mondo abbiamo assunto anche dipendenti cinesi, indiani e vietnamiti. Vogliamo essere inclusivi, senza spaventare i nostri anziani. È un percorso di transizione che pensiamo di portare a termine entro 5 anni”. In questo modo Enasco sarà ancora utile e funzionale tra 20 o 30 anni. “Certo, si tratta solo di preservare l’Italianità, intesa come ‘Made in Italy’, e di offrirla sia agli italiani, che si sentiranno sempre a casa, che agli stranieri, che saranno felici di sentirsi nel Belpaese”. Ecco il futuro di 50&Più Enasco, secondo David Sensi: “Il mio sogno è che Enasco diventi un centro servizi in grado di risolvere in maniera chiara e onesta i problemi più comuni e generici, dalle pratiche di immigrazione alle consulenze legali. Se ci riusciremo, saremo nel futuro”.

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