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Inflazione: anche la pasta potrebbe costare di più

MONTRÉAL – Gli italiani, come quasi tutti, adorano la pizza e la pasta. Due specialità della dieta mediterranea che, qui in Canada, rischiano di costare sempre più care per il consumatore finale, come riportano quasi quotidianamente i vari media locali. A tale proposito, abbiamo chiesto a Giancarlo Sacchetto, comproprietario di Casa dei Ravioli sulla rue Charland, e di Pastificio Sacchetto al mercato Jean-Talon, qual è la realtà con la quale un artigiano come lui si deve confrontare ogni giorno:

“In questi ultimi anni i prezzi della farina, della semola o delle uova sono aumentati dal 30 al 100%. A questo, si deve aggiungere l’aumento anche di tutti gli altri servizi (elettricità, affitti, tasse, ecc..) e il naturale adeguamento dello stipendio degli impiegati. Il problema è che non puoi far ricadere i rincari sul cliente, altrimenti si lamenta per gli aumenti e rischi di perderlo (senza contare che gli stipendi della popolazione non sono sempre in linea con l’aumento dell’inflazione). Questo vuol dire, per un commerciante o un artigiano, che il margine di guadagno si riduce sempre di più e ci si chieda se il gioco vale ancora la candela. Dall’altra parte, il cliente rischia di non potersi più permettere certi prodotti di qualità che prima facevano parte della sua spesa quotidiana. Insomma, soprattutto in questo momento, bisogna essere ancora più attenti nel riuscire a mantenere un buon equilibrio tra spese, qualità e prezzo finale del prodotto”.

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