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Dal Senato a cura del Senatore Tony Loffreda: quanto siamo fortunati!

Molte famiglie e studenti canadesi si stanno ancora godendo le Vacanze di Marzo. Alcuni bambini si trovano sulle piste da sci e si godono le fantastiche attività invernali canadesi, altri stanno visitando familiari che non vedevano da tempo, mentre altri ancora vanno al cinema per la prima volta dopo diversi mesi.

Nel frattempo, dall’altra parte del mondo, i bambini ucraini non sono così fortunati. Non si chiedono se oggi faranno lo sci, lo snowboard o lo slittino. Mentre molti studenti canadesi “temono” il ritorno a scuola la prossima settimana, i bambini ed i genitori in Ucraina vorrebbero tanto essere così fortunati. Invece, stanno combattendo per la loro vita a causa della costante e sempre più larga minaccia russa sulla sovranità territoriale dell’Ucraina.

L’invasione riprovevole e senza nessuna provocazione dell’Ucraina da parte del presidente Putin ci ricorda che pace, libertà e democrazia sono concetti fragili che non devono mai essere presi sotto gamba. I civili vengono uccisi, le comunità razziate, gli ospedali dei bambini bombardati, mentre il presidente Putin insiste che sta proteggendo il popolo ucraino dagli estremisti e dall’oppressione. Le sue affermazioni sono false. L’Ucraina è una democrazia indipendente e vivace.

Quanto siamo fortunati a vivere in una società libera e democratica come quella canadese, dove abbiamo la libertà, anzi il lusso, di andare al cinema o di andare a trovare la famiglia e gli amici! Le conseguenze umanitarie di questa guerra sono di ampia portata e dureranno a lungo. La distruzione e gli effetti di questo conflitto si faranno sentire per decenni. Per molti canadesi, in particolare coloro che sono fuggiti dai paesi d’origine come rifugiati o per sfuggire a guerre, conflitti o povertà, la situazione in Ucraina è molto familiare e riporta alla memoria ricordi di angoscia e di dolore.

Per quanto mi riguarda, non posso fare a meno di pensare ai miei genitori che sono nati in Italia: mio padre poco prima della Seconda guerra mondiale, nel 1937, mia madre durante la guerra, nel 1941. Mio nonno, che non ho mai conosciuto, è morto alla fine della guerra, quando mia madre aveva appena quattro anni. Le difficoltà di crescere in un paese devastato dalla guerra, senza suo padre, sono state enormi per mia madre e, anche se non ne parliamo spesso, quegli anni hanno lasciato in lei delle cicatrici profonde. Ho sempre ammirato la forza e la determinazione di mia nonna materna,

che ha cresciuto da sola sette figli nella povertà. Attraverso i sacrifici, il duro lavoro, la fede e la perseveranza, ha fatto sempre in modo che alla sua famiglia non mancasse nulla. Mia madre, per molti versi, è la personificazione di sua madre. Vent’anni dopo la Seconda guerra mondiale, l’Italia versava ancora in gravi difficoltà. La vita non era facile per molti italiani e così i miei genitori hanno preso la difficile decisione di lasciare la madrepatria e cercare migliori opportunità in Canada. Con pochi soldi e averi, sono riusciti a raggiungere Montréal, dove si sono integrati nella Comunità, hanno cresciuto una famiglia ed hanno contribuito alla prosperità del nostro paese. Il Canada ha regalato loro questa opportunità. Storie come questa esistono in tutti gli angoli del nostro Paese. Siamo stati, e continuiamo ad essere, uno dei paesi più accoglienti al mondo e terra di immigrati, molti dei quali hanno scelto il Canada come porto sicuro, lontano da conflitti, guerre e tirannie.

E ora il Canada ha l’opportunità, ancora una volta, di fare ciò che sa fare meglio: aprire amabilmente i suoi confini agli Ucraini alla ricerca di sicurezza e rifugio. Gli ultimi dati ci mostrano che più di 3 milioni di Ucraini sono già fuggiti dal paese, ovvero circa il 7% dell’intera popolazione, con due terzi dei rifugiati in Polonia. C’è un’immensa pressione internazionale sugli alleati dell’Ucraina affinché facciano di più per aiutare il suo popolo, motivo per cui accolgo con favore la decisione del governo canadese di investire altri 117 milioni di dollari nel nostro sistema di immigrazione per facilitare e accelerare ulteriormente il trattamento delle domande dei rifugiati Ucraini, senza compromettere l’integrità degli altri flussi di immigrazione.

Molti di noi, me compreso, ci sentiamo impotenti di fronte a questa tragedia. Siamo stati tutti sopraffatti dalla complicata situazione in cui si trova popolo ucraino ed in tanti hanno fatto fronte comune per offrire supporto, finanziario o di altro tipo. Il governo ha recentemente annunciato che sta incrementando da 10 a 30 milioni di dollari la sua promessa di pareggiare i fondi donati al Fondo Umanitario Ucraino della Croce Rossa.

Mi auguro che i Canadesi, se possono permetterselo, possano contribuire al Fondo che sosterrà, tra le altre cose, le persone in fuga dal paese. Tutti noi conosciamo qualcuno che, una volta nella vita, ha beneficiato del nostro sistema di immigrazione e della premurosa reputazione del Canada. Dobbiamo pensare a loro, mentre apriamo le nostre braccia ed il nostro cuore ai rifugiati ucraini.

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