Québec – Sette anni dopo il suo ritorno in politica e a conclusione di una maratona elettorale lunga 39 giorni, François Legault è il nuovo Primo Ministro del Québec: guiderà un governo cachista maggioritario. Una vittoria schiacciante che ha colorato di blu tutto il Québec, da Saguenay-Lac-Saint-Jean all’Outaouais, passando per l’Abitibi. Al momento di andare in stampa (le 23:30 di lunedì 1º ottobre), la Coalition avenir Québec (CAQ) de François Legault ha conquistato 74 seggi (ne servivano 63 su 125 per formare la maggioranza) aggiudicandosi il 37.48% dei voti. Una vittoria schiacciante che non ha lasciato scampo agli avversari: 32 seggi al Parti libéral du Québec (PLQ) con il 24.74% dei consensi, 10 seggi a Québec solidaire (QS) col 16.06% e 9 seggi al Parti québécois (PQ) col 17.08%. L’affluenza è stata del 66,6% (6.153.406 i cittadini iscritti nei registri elettorali), in leggera flessione rispetto al 71,43% nel 2014 ed al 74,6% nel 2012.
CAQ, una vittoria schiacciante nelle regioni : “Fatta la storia”. Il partito di François Legault, che è stato eletto nella contea dell’Assomption, ha costruito la sua vittoria nei piccoli centri urbani e rurali, nelle cosiddette regioni: sulle rive nord e sud di Montréal, nelle regioni di Quebec e Chaudières-Appalaches, così come in Estrie, Mauricie, Abitibi-Témiscamingue e perfino a Outaouais, tradizionalmente roccaforte liberale. La CAQ non è riuscita a sfondare a Montréal, che è rimasta liberale: gli unici due eletti cachisti sono Chantal Rouleau a Pointe-aux-Trembles e Richard Campeau a Bourget. Tra gli eletti-vip della CAQ ricordiamo l’ex procuratore capo della commissione Charbonneau, Sonia Lebel, a Champlain; l’ex Ministro liberale Marguerite Blais a Prévost, l’ex portavoce della polizia da Montréal, Ian Lafrenière, a Vachon, e la tripla medaglia olimpica Isabelle Charest, a Brome-Missisquoi. Senza dimenticare due personaggi-chiave della squadra economica: l’ex vicepresidente della Caisse de dépôt et placement du Québec Christian Dubé, a La Prairie, e l’ex tesoriere della Banca nazionale, Éric Girard, a Groulx. “I quebecchesi hanno scelto la speranza”, ha detto il Primo Ministro in pectore, tra gli applausi scroscianti dei militanti. “Oggi abbiamo fatto la storia – ha aggiunto – : “Avremo un governo efficace ed umano, un governo che ha il cuore nel posto giusto, ma entrambi i piedi per terra”, ha concluso nell’ovazione generale.
PLQ: Montréal non basta, Couillard in pausa di riflessione. Il PLQ perde più della metà dei seggi e resta essenzialmente confinato nell’isola di Montreal e in alcuni dei suoi sobborghi. Il suo leader, Philippe Couillard, è stato tuttavia rieletto nel collegio di Roberval. Nel suo discorso ai militanti, l’ormai ex Premier si è assunto la responsabilità della sconfitta ed ha annunciato un “periodo di riflessione ”, che sarà “breve” e durerà “un paio di giorni al massimo”. Diversi ex Ministri del governo liberale, tra cui Gaétan Barrette, Dominique Anglade, Sébastien Proulx, Pierre Arcand, Hélène David, André Fortin Carlos Leitao, Christine St-Pierre, Marie Montpetit e Kathleen Weil, sono stati rieletti, ma ora dovranno accomodarsi all’opposizione. Hanno perso, invece: Pierre Moreau, François Blais, Lucie Charlebois, Luc Fortin e Véronyque Tremblay.
Il PQ perde 2/3 dei seggi: Lisée di dimette – Il PQ ha perso quasi i due terzi dei suoi parlamentari e, con 9 deputati eletti rispetto ai 10 di Qs, non dovrebbe essere in grado nemmeno di formare un gruppo parlamentare riconosciuto dall’Assemblea nazionale. Il leader Jean-François Lisée è stato sconfitto dall’ex editorialista de La Presse Vincent Marissal, a Rosemont. La sua vice, Véronique Hivon, invece, ce l’ha fatta a Joliette, così come i veterani Sylvain Gaudreault, Pascal Bérubé e Harold Lebel. “Il verdetto di Rosemont – ha dichiarato Lisée – pone fine al lavoro più formidabile che ho avuto, quello del leader del Parti Quebecois”. “La volontà popolare di scegliere la CAQ al posto dei liberali è stata più forte di qualsiasi altra cosa”. “Finché il Quebec non sarà un paese, il Québec avrà bisogno del Parti Quebecois”, ha concluso. L’ex consigliere di Jacques Parizeau è stato il nono leader del Parti Québécois ed il secondo, dopo Pauline Marois, a perdere il suo seggio alle elezioni.
Qs fa breccia anche a Québec e a Sherbrooke – Québec Solidaire, che raddoppia la sua rappresentanza nell’Assemblea nazionale con 10 deputati, riesce ad “uscire” da Montréal dove sembrava confinata, grazie alle vittorie di Catherine Dorion a Taschereau e di Sol Zanetti a Jean-Lesage. Christine Labrie ha vinto a Sherbrooke contro il liberale Luc Fortin, mentre Emilise Lessard-Therrien ha coqnuistato Rouyn-Noranda-Témiscamingue. Significative anche le vittorie a Montréal: il presidente del partito, Andrés Fontecilla, è stato eletto a Laurier-Dorion, mentre Alexandre Leduc è riuscito a battere la pechista Carole Poirier a Hochelaga-Maisonneuve. Infine, i co-portavoci del partito, Gabriel Nadeau-Dubois e Manon Massé, sono stati eletti nei loro rispettivi collegi di Gouin e Sainte-Marie-Saint-Jacques.
Gli “italo-canadesi” eletti:
Enrico Ciccone (PLQ) a Marquette; Jennifer Maccarone (PLQ) a Westmount-Saint-Louis; Filomena Rotiroti (PLQ) a Jeanne-Mance-Viger; Sol Zanetti (QS) a Jean-Lesage. Non ce l’hanno fatta, invece: Loredana Bacchi (CAQ) a LaFontaine; Mauro Barone (CAQ) a Mille-Îles; Doni Berberi (PQ) a La Peltrie; Beverly Bernardo (indipendnete) a Viau; Agata La Rosa (PLQ) a Rosemont; Alessandra Lubrina (PLQ) a Gouin; Ingrid Marini (PLQ) a Brome-Missisquoi; Sarah Petrari (CAQ) a Jeanne-Mance-Viger; Giuseppe Starnino (partito Libero) a Saint-Jérôme; e Felice Trombino (PCQ) a Soulanges.
I vincitori in alcuni quartieri “italiani”: Lise Thériault ad ANJOU-LOUIS-RIEL; Paule Robitaille a BOURASSA-SAUVÉ; Monique Sauvé a FABRE; Marc Tanguay a LAFONTAINE; George Tsantrizos a LAURIER-DORION; Marie Montpetit a MAURICE-RICHARD; Francine Charbonneau a MILLE-ÎLES, Frantz Benjamin a VIAU e Jean Rousselle a VIMONT. (V.G.)