“Ho accettato di parlare anche se in genere mi sottraggo. Non amo parlare in pubblico. Faccio il regista e il linguaggio per cui mi esprimo è un altro. Ma io sono l’uomo delle cose incredibili”. Così ha esordito il regista Ambrogio Crespi nel suo intervento sul tema giustizia al convegno “Rinnovare l’Europa e la politica: democratici europei e Renew in Italia” organizzato al museo Maxxi di Roma da Renew Europe e dal Partito democratico europeo.
“E’ incredibile – ha proseguito Crespi – che sia stato condannato per concorso esterno in associazione mafiosa per avere portato voti ad una persona che non conoscevo. E’ incredibile che per questo siano riusciti a condannarmi a 12 anni di carcere di massima sicurezza. E’ incredibile che io mi sia trovato nello stesso istituto penitenziario dove nel 2016 avevo girato il Docufilm ‘Spes Contra Spem, liberi dentro’, film che ha caratterizzato la mia carriera, e che mi sia trovato faccia a faccia con gli stessi personaggi, espressione di una cultura che io ho combattuto”. “E’ incredibile – ha aggiunto – che sia stato mandato in carcere e che sia stato liberato da una sentenza esemplare del Tribunale di Sorveglianza di Milano dopo 4 mesi, con un differimento pena in attesa dell’esito della domanda di Grazia presentata dalla mia famiglia insieme agli avvocati Marcello Elia e Andrea Nicolosi, con l’appoggio del Comitato per Ambrogio Crespi di Ntc, dell’Associazione Volontari Capitano Ultimo del Colonnello Sergio De Caprio e molte altre. E’ incredibile che sia l’unico italiano condannato per mafia, graziato dopo pochi mesi dalla condanna definitiva da un Presidente della Repubblica il cui fratello è un martire della mafia”.
E’ incredibile – ha aggiunto ancora Crespi – che a marzo entrassi in carcere e a settembre fossi a ‘La Biennale del Cinema di Venezia’ con un film di cui ero l’autore. E’ incredibile che io creda profondamente nella giustizia italiana. Io che sono l’archetipo della vittoria di una giustizia prevenuta, miope e matrigna, sono qui a dirvi che la mia fiducia per la Giustizia oggi è più forte di prima. Non ho mai urlato contro i giudici, ho cercato invano di difendermi nei tribunali e il cattivo esercizio, l’errore umano non mi ha mai tolto fiducia. Io che sono l’uomo delle cose incredibili, lo dico ad ognuno di voi che fate della politica una passione. La credibilità della Giustizia è il caposaldo di un Paese, un Paese come il nostro che cerca una via solida per il suo futuro”. “Quindi – ha concluso -, nemmeno chi subisce un’ingiustizia ha il diritto di delegittimare la giustizia, perché essa non è lo strumento di battaglie politiche o la manifestazione di un potere burocratico e oppressivo, ma il baluardo della legalità, lo scudo per i più deboli, almeno questo dovrebbe essere e questo ci dobbiamo impegnare che sia. Se è questo il patto che oggi sottoscriviamo, io ci sono”.