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Covid, Scatizzi (Acoi): “Sul recupero delle cure la Regione Toscana frena”

“La Regione Toscana non più di 15 giorni fa ha fatto sapere ai chirurghi ospedalieri del territorio che,a causa di un deficit di bilancio nella sanità regionale consistente, pari a circa 350 milioni di euro, non possiamo procedere spediti per recuperare screening, visite, controlli, diagnosi e interventi in sala operatorie. Abbiamo ricevuto un messaggio chiaro: anziché garantire l’attività chirurgica al 120-130%, come eravamo disposti a fare pur di recuperare le liste di attesa che si sono formate in questi 20 mesi di pandemia, abbiamo dovuto ridurla. Così migliaia di pazienti, oncologici e non, stanno aspettando la nostra chiamata per l’intervento chirurgico. Succede in tutta Italia, ma i vertici della mia regione, quella in cui lavoro, ci dicono che dobbiamo rallentare. Ma così la ripresa post-Covid diventa un’impresa”. Lo afferma Marco Scatizzi, direttore dell’Unità operativa complessa di Chirurgia Generale degli ospedali Santa Maria Annunziata e Serristori di Firenze, membro del consiglio nazionale dell’Associazione dei chirurghi ospedalieri italiani (Acoi) che riunirà la categoria (5000 iscritti su un totale di 6000 chirurghi ospedalieri) in occasione del 39° Congresso Nazionale che si terrà a Milano dal 17 al 20 ottobre.  

“In alcune strutture convenzionate con il nostro servizio sanitario regionale – ancora Scatizzi – ci sono state delle riduzioni riguardo al finanziamento degli straordinari di alcune attività collaterali per le patologie benigne -. Non sono buone notizie. Mi auguro solo che la Regione Toscana sia semplicemente in attesa di 2,2 miliardi di euro, ovvero un ulteriore finanziamento che l’ente aveva chiesto al Governo centrale. Per capire se le altre regioni si trovano nelle stesse condizioni della Toscana, come Acoi abbiamo fatto un censimento su tutto il territorio nazionale. Obiettivo: conoscere qual è lo stato dell’arte della chirurgia oncologica, della chirurgia d’urgenza e delle liste d’attesa per un intervento in sala operatoria. Anche di questo discuteremo in occasione del Congresso Nazionale di Acoi e ci auguriamo che anche il ministro Speranza, invitato a partecipare, ci darà qualche risposta positiva per noi ma, soprattutto, per i nostri pazienti”.  

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