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Alla ricerca dell’immortalità

Il desiderio di immortalità è esistito sin da quando l’uomo è stato cosciente della fragilità dell’esistenza. Quattromila anni fa erano i faraoni a credere nell’immortalità; nei loro sarcofagi i loro corpi venivano preservati con cibo e oggetti personali preziosi per una speranza di vita oltre la morte. Poi l’avvento di Cristo proiettò l’esistenza in un mondo ultraterreno dove è possibile vivere in eterno. Adesso sono le persone facoltose che possono permettersi di sperare in una “resurrezione”.  L’identificarsi con il corpo porta all’oblio della ragione nel tentativo disperato di vincere la morte. I faraoni di oggi non credono più in Amun, Isis, Osiris; i loro dei sono la criogenia, la nano biologia, l’Intelligenza Artificiale. 

 

Tra i moderni faraoni ricordiamo che a partire dal 1999 molti personaggi illustri hanno scelto la preservazione del corpo a basse temperature: Dr. James Bedford, professore di psicologia; Dick Clair, TV producer, morto di AIDS nel 1988; Ted Williams, giocatore di Baseball, arresto cardiaco nel 2002; John Henry Williams, figlio del precedente, e morto nel 2004 a 35 anni, per leucemia; Dora Kent forse assassinata per essere sottoposta al processo di criogenia; Robert Ettinger, inventore del processo e morto nel 2011…. e tanti altri. Quasi 250 aspettano nel silenzio della loro pseudo morte il miracolo nel deposito dell’Arizona; altri 1,500 sono in lista di attesa. Menzioniamo che ci sono altri due siti dove si può essere “vitrificati” o congelati nell’attesa della resurrezione: uno in Portogallo e un altro in Russia.

 

È doveroso aggiungere che anche Walt Disney è stato annoverato tra quelli che aspettano una nuova vita, ma si tratta di una falsa notizia perché è stata smentita dai familiari e anche perché la sua morte è avvenuta nel novembre del 1966, anno in cui è stato cremato e la nuova scienza (o fede?) era agli albori.

 

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Che cos’è la criogenia? La parola viene dal greco κρύος + γονική e significa “generazione di freddo” ed è una branca della tecnologia che riguarda lo studio, la produzione e l’utilizzo di temperature molto basse. Questo processo consiste nel raffreddamento di un corpo 2 minuti dopo la morte clinica fino a -196°C. Il processo non può durare più di 15 minuti a causa della deteriorazione delle cellule del cervello che avviene dopo quell’intervallo di tempo.

 

Diciamo subito che il principio di raffreddamento di un corpo o di un organo esiste ed è stato utilizzato anche da Ippocrate, nel V secolo A.C., che alleviava il dolore delle ferite dei soldati sottoponendoli a bassa temperatura, usando la neve.

 

Oggi è possibile raggiungere temperature molto basse usando l’azoto liquido.

I contenitori si chiamano DEWAR e sono dei cilindri concentrici a tre strati senza aria e con superfici di alluminio per evitare dispersioni di calore. Questo permette di evitare  l’uso di elettricità e di mantenere la bassa temperatura costante. All’esterno, una targhetta con il nome e la data indica la persona e il giorno della sospensione criogenica cui è stato affidato il corpo. I parenti col tempo dimenticheranno forse la loro esistenza, solo la scienza annoterà nei suoi libri, diventati cartellette web, il loro assurdo sogno. Come potrebbero riprendere vita quei corpi congelati? E se si trovasse il modo magico di riportarli in vita, come reagirebbero ad un mondo che non apparterrebbe più a loro, divenuto estraneo dopo il lungo sonno nell’attesa di una improbabile resurrezione?

 

La ricerca della preservazione a lunga durata di organi umani a basse temperature è però molto importante per poter conservare organi e tessuti per un eventuale trapianto.

David Chidester (2005) chiamò questo processo “lavoro religioso” perché offre la “trascendenza” sopra la morte.

Da un punto di vista scientifico è impossibile realizzare questo assurdo desiderio di immortalità a causa della deteriorazione dei tessuti a bassa temperatura. Se però coltivate anche voi questo sogno, sappiate che con 250,000 $ potrete mettervi in lista in uno dei siti indicati!!!

 

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