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Siria, “oltre 60 raid Israele in poche ore”. Allarme mine e munizioni inesplose

(Adnkronos) –
Sessantuno raid aerei, attribuiti a Israele, sono stati effettuati nelle ultime ore in Siria, contro obiettivi militari. A riferirne è l’Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede nel Regno Unito e fonti nel Paese arabo, secondo notizie rilanciate dal sito israeliano Ynet. Nel mirino sarebbero finiti tunnel con depositi di missili balistici. La tv satellitare al-Jazeera parla di oltre 60 raid, attribuiti a Israele ed effettuati nell’arco di 12 ore, aggiungendo che la notte scorsa sarebbero stati colpiti depositi di munizioni e sistemi di difesa aerea in una zona di Damasco. L’emittente segnala inoltre attacchi contro scorte di munizioni nella provincia meridionale di Daraa e a Homs. 

 

 Milioni di munizioni e mine terrestri inesplose. Quello che rimane sul campo dal conflitto esploso in Siria 13 anni fa, dopo l’inizio di proteste antigovernative soffocate in una sanguinosa repressione, rappresenta un nuovo pericolo per le decine di migliaia di siriani che tornano a casa dopo la fine del regime assadista. Vaste aree del Paese arabo sono disseminate di ordigni inesplosi, che rappresentano una grave minaccia, ha lanciato l’allarme l’organizzazione Halo Trust, che chiede l’intervento della comunità internazionale per la bonifica del territorio. Anche perché, tra l’altro, c’è sempre il rischio che le piccole munizioni sembrino giocattoli ai bambini. 

“Non ho mai visto nulla di simile – dice Damian O’Brien, responsabile del programma Siria del gruppo che si occupa di bonifica e distruzione di mine e altri ordigni inesplosi – Decine di migliaia di persone passano quotidianamente da zone pesantemente minate, con inutili incidenti letali”. 

Secondo Halo, esplosivi sono nascosti in terreni diversi, anche campi, in piccole località e città, molti nella Siria occidentale, anche intorno a città come Aleppo, Homs e Damasco. E i siriani che rientrano in patria dal Libano e dalla Turchia attraversano aree in cui si ritiene le concentrazioni siano elevate.  

Secondo Mouiad Alnofoly, responsabile delle operazioni di Halo in Siria, si sono decuplicate le segnalazioni a un numero dedicato per dare notizia di oggetti sospetti. Per i siriani ci sono “pericoli mortali se prendono la strada sbagliata – ha detto – Nessuno sa dove siano nascoste le mine”. 

E, sottolinea Halo, serve un impegno a livello internazionale e con urgenza per rimuovere gli esplosivi. O’Brien spiega come l’organizzazione sia “disperatamente a corto di personale”, con finanziamenti per appena 40 sminatori. E il conflitto in Siria, secondo dati Onu, ha costretto sei milioni di persone a lasciare il Paese e altri sette milioni di siriani sono sfollati in terra siriana. Inoltre, si stima che i recenti combattimenti che hanno portato alla fine del regime assadista abbiano provocato una nuova emergenza, con circa un milione di persone costrette a lasciare le proprie case 

 

La Turchia ha “accordi di cooperazione con molti Paesi” ed è “pronta a fornire supporto, se richiesto, alla nuova amministrazione” in Siria, dopo la fine dell’era Assad, ha affermato il ministro della Difesa turco, Yasar Guler, in dichiarazioni riportate dall’agenzia turca Anadolu. “Il nostro obiettivo principale – aggiunge – è preservare l’integrità territoriale della Siria, l’unità e completare pacificamente il processo politico, liberare il confine da elementi terroristici”. 

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