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Usa, missione di Sullivan in Cina: si lavora per vertice Biden-Xi

(Adnkronos) – E’ atteso oggi, 27 agosto, a Pechino Jake Sullivan. E’ la prima missione di un consigliere per la Sicurezza nazionale Usa dai tempi di Susan Rice, dall’epoca dell’Amministrazione Obama. E’ la prima visita in otto anni, la prima in assoluto di Sullivan in Cina, sottolineano anche a Pechino, convinti che oggi le relazioni tra la Repubblica Popolare e gli Stati Uniti siano in una “fase critica di stabilizzazione, dopo un periodo di declino”. 

La missione andrà avanti fino a giovedì e l’incontro con il capo della diplomazia cinese, Wang Yi, sarà il quinto da quando il ministro è tornato all’incarico lo scorso anno. Gli Usa, che vanno verso l’Election Day di novembre, cercano – ha scritto Politico – di rafforzare le linee di comunicazione con il gigante asiatico in un momento in cui crescono le preoccupazioni per le interferenze cinesi nelle elezioni americane. Perché se Pechino insiste sul fatto che il voto è una questione interna su cui la Cina non interferisce, dagli Usa hanno avvertito di tentativi, tra disinformazione e attacchi informatici, di influenzare il processo elettorale. 

In cima all’agenda ci sono le tensioni nel Mar cinese meridionale, il dossier Corea del Nord, il conflitto in Medio Oriente e quello in Ucraina, con il Dragone che non ha mai condannato l’invasione russa e di fronte alla rafforzata cooperazione tra Pechino e Mosca. L’obiettivo, hanno detto da Washington, è “chiarire le percezioni errate ed evitare che questa competizione sfoci in un conflitto”.  

Taiwan, sottolinea il South China Morning Post, sarà i primi punti di “sicurezza strategica” che Pechino solleverà. Sullivan e Wang, dicono dalla diplomazia cinese, dovrebbero parlare dei “confini tra sicurezza nazionale e attività economiche”. Ma ci si aspettano scambi anche sulle tensioni economiche, dai dazi alle restrizioni sugli investimenti. Gli Stati Uniti, accusa il Dragone, “continuano la loro strategia di contenimento e soffocamento” nei confronti della Cina. E ieri il ministero del Commercio non ha risparmiato contestazioni al Dipartimento del Commercio Usa che ha annunciato l’inserimento di 105 aziende cinesi e russe in una lista di restrizioni commerciali, sospettate di sostenere l’esercito russo. 

Wang e Sullivan, hanno sottolineato da Pechino sul nuovo round del “dialogo strategico”, si sono incontrati a Vienna, Malta e Bangkok (lo scorso gennaio) dal faccia a faccia del novembre 2022 a Bali tra i presidenti di Cina e Stati Uniti. Ma in passato Sullivan ha visto gli interlocutori cinesi anche a Roma (il colloquio con Yang Jiechi del 2022) e in Lussemburgo.  

Secondo fonti citate la scorsa settimana Axios, la missione di Sullivan è pensata per preparare “un possibile incontro finale tra Joe Biden e Xi Jinping nei prossimi mesi, come seguito del vertice in California dello scorso novembre”. Biden e Xi dovrebbero comunque vedersi al G20 in Brasile (18-19 novembre), pochi giorni dopo l’Election Day del 5 novembre.  

Donald Trump, che punta al ritorno alla Casa Bianca e che in Cina si fece accompagnare dal suo consigliere per la Sicurezza nazionale, H.R. McMaster, ha promesso di ripartire con le politiche commerciali della sua Amministrazione contro Pechino. E Kamala Harris, accettando la nomination democratica per le presidenziali, ha assicurato che sotto la sua guida sarà “l’America, non la Cina, a vincere la competizione del XXI secolo”. 

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